Il campionato 1963-64 fu tiratissimo non solo al vertice, ma anche in coda. All'ultima giornata, con Spal e Bari già condannati, rimaneva una piazza da scansare, e con essa la retrocessione in serie B. La Sampdoria (27 punti) naufragò a Torino, mentre il Modena (26 punti), non andò oltre uno zero a zero interno contro il Messina. Così blucerchiati e canarini finirono appaiati. A quei tempi le regole erano meno sofisticate di oggi, niente differenza gol o 'classifica avulse', ma uno spareggio. Esattamente come quello dei ricchi, tra Bologna e Inter, che valeva il titolo. Una sfida secca, senza se e senza ma, che si giocò in quel fatidico pomeriggio del 7 giugno 1964 a San Siro.Per forza di cose lo spareggio-scudetto oscurò, sulla stampa e nell'opinione pubblica, lo spareggio-salvezza. Tuttavia anche in quello che venne definito “lo spareggio dei poveri” la posta in palio era alta e le due squadre prepararono la partita con attenzione: ritiro in altitudine, un po' per ritemprare le forze al termine di una lunga stagione e un po' per sfuggire al caldo africano di quell'inizio estate. I blucerchiati a San Pellegrino, all'inizio della Val Brembana; i canarini scelsero Canzo, nelle Prealpi lombarde. La partita era molto sentita da entrambe le tifoserie, tanto che la società genovese organizzò una sorta di offerta low cost: viaggio in treno e biglietto d'ingresso allo stadio a prezzo scontatissimo. Come si conviene per le grandi sfide, non mancò neanche un po' di sana pretattica da parte dei due tecnici, Mario Genta per il Modena e l'austriaco Ernst Ocwirk, che dopo essere stato un grande con la maglia blucerchiata era passato a guidare i doriani dalla panchina.
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| Giancarlo Salvi, l'eroe di San Siro. La Samp ha vinto il 'suo' scudetto, ed è grande festa |
Kalz
