Il Santos ad Alessandria

Per celebrare gli otto secoli trascorsi dalla fondazione della città, nell'estate del 1968 Alessandria invitò la squadra del giocatore più famoso del mondo a esibirsi contro il decaduto club grigio, militante in terza serie. In quei giorni si era svolta la fase finale del Campionato d'Europa, vinto proprio dagli azzurri. Inutilmente, per l'occasione, l'Alessandria sperò di poter schierare il proprio pedatore più illustre, Gianni Rivera, uscito malconcio dalla semifinale con l'Unione Sovietica. Di quella fresca e memorabile serata, recuperiamo la cronaca del match e il nostalgico corsivo di Monsù Poss apparsi su "La Stampa".

O Rey insieme al presidente dell'Alessandria
e al grande Francisco Lojacono, capitano dei Grigi
 

Il Santos ha dato spettacolo nell'incontro di Alessandria
di Maurizio Caravella

Alessandria, 12 giugno. 
Quasi ventimila spettatori al «Moccagatta» per l'esibizione dei fuoriclasse del Santos, una delle più forti squadre del mondo, contro l'Alessandria. La formazione piemontese che milita nel torneo di serie C, è scesa in campo rinforzata all'attacco dal granata Rampanti (schierato con la maglia numero nove) e dall'interista Bonfanti, impiegato all'ala sinistra. 
Fra i grigi avrebbe dovuto giocare anche Fara, giunto appositamente da Catania nel pomeriggio, che invece è dovuto restare in tribuna: poche ore prima dell'incontro, infatti, il Bologna — che divide con il club siciliano la proprietà del giocatore — ha telefonato ai dirigenti piemontesi negando il permesso di utilizzarlo. L'ing. Sacco, presidente dell'Alessandria, ha proposto alla società emiliana di fare una speciale polizza di assicurazione per Fara (pare che l'importo fosse addirittura di mezzo miliardo) ma il Bologna non ha accettato ugualmente. 
Il Santos si è presentato in campo con la migliore squadra disponibile: oltre a Pelé, ovviamente il più atteso alla prova, c'era nel settore avanzato anche Toninho, il capo cannoniere del torneo brasiliano. La gara si è iniziata con dieci minuti di ritardo per un fatto curioso: i sudamericani (dimostrando un notevole ottimismo ...) erano giunti allo stadio provvisti di magliette con le maniche corte. Faceva freddo e qualcuno è tornato precipitosamente in albergo per provvedere a sostituirle con altre più pesanti e con le maniche lunghe. 
Pelé, affidato al controllo di Gori, ha avuto fin dall'inizio degli spunti brillanti e al 20', dopo aver scartato due difensori, ha calciato con violenza, colpendo il palo a portiere battuto. Un gran tiro, molto applaudito da parte del pubblico. I brasiliani, però, stasera non avevano intenzione di impegnarsi a fondo: manovre piacevoli, ma troppo elaborate, passaggi a volte all'indietro, ritmo piuttosto ridotto. Così l'Alessandria, ben guidata in difesa dal "libero" Lojacono, nei primi quarantacinque minuti ha retto bene, portandosi a sua volta all'offensiva: al 34' un preciso cross di Chinellato ha permesso a Bonfanti di esibirsi in un bel colpo di testa: pallone a lato, ma di poco; sei minuti dopo Trinchero ha effettuato un forte tiro dal limite dell'area, sfiorando il palo alla sinistra di Gilmar. Il primo tempo si è così chiuso sullo 0-0. 
Nella ripresa il Santos però ha aumentato il ritmo e al 3' si è portato in vantaggio: azione Toninho-Abel, passaggio finale a Pelé che, calmissimo, ha messo in rete da pochi passi. Dieci minuti dopo ancora Pelé in evidenza; rapido scambio con Toninho, tiro angolato di quest'ultimo e goal. 
Dopo l'esibizione di stasera ad Alessandria, il Santos giocherà sabato a Zurigo e lunedì prossimo in Germania contro il Grasshoppers. Successivamente i brasiliani si trasferiranno negli Stati Uniti, dove affronteranno tre volte il Napoli: il giorno 21 a New York, il 24 a Toronto e il 27 a Los Angeles. 
Il 3 luglio il Santos avrebbe dovuto giocare ancora a New York contro il Milan, ma la società rossonera ha posto alcune difficoltà e quasi sicuramente l'incontro non verrà disputato. I dirigenti brasiliani si sono rivolti quindi alla Juventus, chiedendo se eventualmente la squadra bianconera sarebbe stata disposta a sostituire il Milan il 3 luglio. L'offerta era consistente: 25 mila dollari (oltre 15 milioni di lire) più il viaggio ed il soggiorno. Ma il club torinese ha declinato l'invito. 
Tutti gli anni il Santos effettua lunghe tournées. Il motivo è semplice: in Brasile la situazione finanziaria delle società di calcio è difficile, la figura del «mecenate» è praticamente scomparsa, i presidenti dei Clubs tengono alla carica soprattutto per motivi politici. La tariffa di ingaggio del Santos è fissa: 25 mila dollari — la stessa cifra offerta alla Juventus — per ogni partita. 
Per permettergli di seguire la squadra nella tournée, Pelé è stato temporaneamente tolto dalla Nazionale brasiliana, che si prepara ad alcune gare amichevoli. La sua mancata convocazione ha suscitato però alcune polemiche: è corsa voce, ad esempio, che la esclusione della «perla nera» dalla rappresentativa brasiliana sia un chiaro segno del suo declino. Un dirigente del Santos l'ha però smentita: «Pelé - ha detto - partecipa ormai soltanto alle competizioni dì maggior importanza della nostra Nazionale. I selezionatori hanno deciso di abituare i suoi compagni a giocare anche senza di lui. Nel campionato brasiliano ogni squadra disputa due partite la settimana, ad una certa età si è costretti a smettere, il logorio fisico si fa sentire prima che in altri Paesi. Pelé ha ventisette anni, fra tre o quattro stagioni bisognerà trovargli un sostituto. Ed occorre pensarci per tempo ». 
Quel giorno, però, è ancora lontano. Pelé è sempre uno dei più grandi attaccanti di tutti i tempi. Maurizio Caravella 

Santos: Gilmar; Turcao, Ramos, Oberdan, Geraldo; Clodoaldo, Lima, Amaury, Toninho, Pelé, Abel. 

Alessandria: Storto; Trinchero, Legnaro; Gori (Chinellato), Lesca (Eco), Lojacono; Cervio (Bonfanti), Berta. Rampanti, Chinellato (Magistrelli), Bonfanti (Recagni). 
Arbitro: Carminati.

Serata di gloria e di ricordi per il calcio alessandrino
di Vittorio Pozzo

Alessandria, 12 giugno. 
Par di vederla risorgere, questa sera, la vecchia Alessandria, che noi conoscemmo da giovanissimi, quando essa era uno dei capisaldi del famoso quadrilatero piemontese: Vercelli, Alessandria, Casale e Novara. Era allora uno dei primi centri produttori di calciatori di valore, Alessandria. I suoi atleti giocavano su di un campo fangosissimo, che portava il nome di «campo del Cristo», ed i suoi uomini erano tutti specialisti dei terreni pesanti. Quanti di essi andarono a finire nella nostra squadra nazionale! Carcano, centro-mediano, Giovanni Ferrari, mezz'ala sinistra, Bertolini, mediano laterale sinistro, per non parlare di Adolfo Baloncieri, uno dei decani. Tutti sportivi di grande valore, di taglia robusta, forniti di spiccatissime doti di adattabilità. La squadra occupò a lungo una posizione di preminenza nel Campionato italiano e numerose furono le società dei grandi centri calcistici che vennero ad attingere elementi di rilievo da questa città, che sta ora celebrando i suoi ottocento anni di vita. 
Questo incontro, che segna come un risveglio sportivo per la «città della paglia», prende appunto lo spunto e si verifica in occasione delle feste che si stanno organizzando per la solenne ricorrenza. E' cosa bella ed appropriata che, ricordando quanto di grande la città piemontese ha prodotto nel corso della sua lunga vita, il gioco del calcio venga rievocato e riposto in prima linea. E' un modo veramente meritorio di non dimenticare il passato. Calcisticamente, Alessandria è ora caduta alquanto in basso, seguendo d'altronde l'esempio di Vercelli, di Novara e di Casale. Ma dalla memoria e dal cuore di chi l'ha vista emergere ed ha imparato a volerle bene, essa non è scomparsa. La manifestazione di questa sera pare appunto fatta apposta per gettare un gran fascio di luce sul suo passato luminoso. 
Per onorare Alessandria si è mossa dal lontano Brasile una delle compagini più famose del mondo, quella del Santos, che gioca qui il suo secondo incontro in territorio italiano. II Santos è la squadra nella quale milita uno dei calciatori più rinomati e più ricercati di tutto il mondo: Pelé. Il negro Pelé è stato l'uomo che ha maggiormente contribuito a fare del Santos un grande sodalizio. E' un artista della palla rotonda, uno di quei calciatori che onorano il gioco. Si dice persino che l'indennizzo che viene riservato al sodalizio brasiliano nelle sue trasferte è uno se gioca Pelé ed un altro se egli è assente. In ogni parte del mondo lo si vorrebbe vedere. 
Anche qui, nella vecchia e simpatica Alessandria, sono convenuti amatori del gioco del calcio vecchi e giovani, tecnici e giornalisti da ogni parte d'Italia. Era stato invitato a fare la sua comparsa nello schieramento dei grigi anche l'ultimo, nell'ordine cronologico, ed uno dei primi nella scala dei valori dei prodotti alessandrini: l'attuale milanista Rivera. Colpito, dolorosamente, da uno strappo muscolare nella prima delle partite del recente torneo fra le squadre nazionali del Continente europeo, Rivera non ha potuto aderire all'invito. Ma il pubblico, numeroso ed entusiasta, si è rifatto tributando a Pelé una grande ovazione e salutando ogni sua prodezza in campo con applausi che non avevano fine. 
Il Santos ha riportato il successo per 2-0. All'Alessandria sportiva, che sta attrezzandosi ora per un nuovo periodo di vita e di attività tecnica, va la soddisfazione di aver offerto al pubblico uno spettacolo più unico che raro, e l'augurio di un pronto risveglio pratico e di un rapido ritorno ai periodi di schietta gloria e floridezza che hanno caratterizzato il suo passato.

Vedi anche:
- Pelé sul campo del Moccagatta (video Museo Grigio)