I primi tornei dimostrativi

Storie olimpiche
1.
Quando, nel 1896, furono disputati ad Atene i primi giochi olimpici dell'era moderna, il gioco del calcio era diffuso in pochissimi paesi europei e sudamericani. Se prendiamo a riferimento la data di nascita delle federazioni calcistiche nazionali, possiamo constatare come, a parte quella inglese fondata nel 1863 (e alle altre del Regno Unito), fossero allora attive solo quella argentina (1893) e, in Europa, quelle olandese (1889), danese (1889) e belga (1895), per limitarsi alle principali scuole calcistiche del successivo Novecento e a quelle che conquistarono le medaglie in palio nei primi tornei olimpici calcistici. In sostanza, al di fuori delle Isole Britanniche, il football era ancora poca cosa, soprattutto a livello organizzativo e competitivo, e la stessa FIFA sarebbe stata fondata solo nel 1904.

Questo ci aiuta a comprendere perché i primi tornei olimpici faticarono a prendere corpo ed ebbero carattere di mere esibizioni dimostrative a uso degli spettatori che ancora non conoscevano il gioco. Va dato merito, infatti, all'appena 31enne Pierre de Frédy, barone di Coubertin, un eccentrico pedagogista e visionario francese con ampie entrature internazionali, di aver proposto l'inserimento di un'esibizione calcistica nel programma dei giochi quando lanciò l'idea della riproposizione moderna delle olimpiadi in un convegno tenutosi all'Università parigina della Sorbona nel 1894. Fu grazie a lui che il calcio entrò da subito nel novero degli sport olimpici, non per meriti particolari ma per l'ecumenismo che caratterizzò inizialmente lo spirito olimpico.

Va inoltre ricordato come nelle prime edizioni dei giochi le partite di calcio non furono disputate tra compagini nazionali ma tra squadre di club, per una ragione molto semplice: a parte le nazioni britanniche che avevano animato dal 1884 il British Home Championship (che vedeva annualmente confrontarsi tra loro Scozia, Inghilterra, Galles e Irlanda), gli altri paesi non si erano ancora dati una rappresentativa che puntasse a raccogliere i giocatori migliori e a difendere - come entrò poi in uso dire - i colori nazionali. I primi incontri tra squadre nazionali furono organizzati progressivamente solo nel corso del primo decennio del XX secolo: Uruguay e Argentina si incontrarono per la prima volta nel 1902, così come Ungheria e Austria, la Francia affrontò il Belgio nel 1904, mentre l'Olanda disputò la prima partita nel 1905, la Boemia nel 1906, la Germania, la Svezia, la Danimarca e la Norvegia nel 1908, l'Italia nel 1910; fuori dai confini britannici, l'Inghilterra giocò per la prima volta solo nel giugno del 1908 compiendo una tournée nell'Impero asburgico, dove incontrò (sempre vincendo largamente) l'Austria, l'Ungheria e la Boemia.

2.
Questo il contesto generale in cui il movimento calcistico venne sviluppandosi a livello internazionale proprio nel primo decennio di incerta genesi dei giochi olimpici. Non si hanno riscontri documentari su un'effettiva esibizione calcistica ad Atene nel 1896: è possibile, ma non probabile (l'Official Olympic Report non ne dà notizia [vedi]), che una selezione locale sia stata sonoramente sconfitta da un un club danese (come ipotizza David Goldblatt, The Ball Is Round: A Global History of Football, London, 2006, p. 243). Le successive edizioni di Parigi del 1900 e di Saint Louis del 1904 incontrarono notevoli problemi finanziari e poterono essere organizzate solo all'interno delle corrispondenti esposizioni internazionali annacquando pertanto la loro dimensione agonistica: per rendere l'idea, a Parigi fu costruita per quella occasione la tour Eiffel ma non uno stadio per i giochi, che si protrassero, oltretutto, dal 14 maggio al 28 ottobre 1900.

La rosa del Club Français alle Olimpiadi del 1900.
Si noti come il portiere non portasse ancora una maglia
diversa dagli altri giocatori 
La prima partita olimpica di cui si abbia memoria certa fu disputata il 20 settembre 1900 al Vélodrome Municipal di Vincennes, davanti a circa 500 spettatori, tra il parigino Club Français e il londinese Upton Park FC. Il primo era stato fondato nel 1890 e poteva vantare alcune vittorie in tornei locali (Coupe Manier e Coupe Dewar) e in uno dei primi campionati a carattere nazionale (quello del 1896 dell'Union des sociétés françaises de sports athlétiques) [vedi]; l'Upton Park, un club amatoriale fondato nel 1866, non vantava invece un palmarès significativo [vedi]. Di quella partita abbiamo anche il tabellino [vedi], e sappiamo che le squadre giocarono con il modulo a piramide (2-3-5) delle origini: per la cronaca i primi gol olimpici furono segnati da Arthur Turner, James Zealley e J. Nicholas, autore di una doppietta che sigillò il 4:0 con cui si imposero gli inglesi. Tre giorni dopo i francesi tornarono in campo per affrontare una selezione di studenti dell'Università di Bruxelles (integrata da un olandese e un britannico), che aveva sostituto all'ultimo minuto il Racing Club di Bruxelles, che aveva appena vinto il campionato belga e che aveva rinunciato alla trasferta, come fecero anche un club svizzero e uno tedesco che erano stati invitati anch'essi a esibirsi. Il secondo match finì 6:2 per i francesi [vedi tabellino], e tutto si risolse così, senza classifiche o medaglie, che furono attribuite dal CIO solo a posteriori, imputandole alle federazioni (nell'ordine: di Inghilterra, Francia e Belgio) che avevano designato i club a rappresentarle.

La rosa del Galt FC, vincitore del torneo olimpico del 1904.
Il portiere, il terzo da destra in piedi, porta ancora
la stessa maglia degli altri giocatori
Alla successiva edizione del 1904 - che inizialmente doveva disputarsi a Chicago ma che fu poi spostata a Saint Louis perché sede della Louisiana Purchase Exposition, organizzata per festeggiare il centenario dell'acquisto della Louisiana da parte degli Stati Uniti - parteciparono solo 70 atleti non statunitensi (essendo allora davvero proibitivi i costi di viaggio intercontinentale per chi praticasse sport a livello amatoriale). Tra essi erano anche i membri della squadra canadese del Galt Football Club (oggi un sobborgo di Cambridge in Ontario), che nei tre anni precedenti aveva vinto il campionato statale locale [vedi], e che batté facilmente le uniche altre due squadre che si esibirono, entrambe di Saint Louis: il Christian Brothers College, annichilito per 7:0, e la St. Rose Parish School, che resistette un tempo per poi cedere per 4:0 [vedi tabellino]. Anche in questo caso si ebbero un paio di defezioni, sempre di squadre canadesi: i Berlin Rangers e la selezione della University of Toronto. I primi motivarono il forfait per l'impossibilità di pagarsi le spese di viaggio e soggiorno in Lousiana; i secondi rinunciarono dopo aver subito un paio di sconfitte, ancora in Canada, da parte del Galt FC e non se la sentirono di spendere soldi per prenderle ancora. Alcune curiosità rendono bene il clima aurorale di quel torneo: gli incontri furono disputati a fine novembre mentre le gare degli altri sports si erano svolte nell'agosto; a ospitarle fu il Francis Field, lo stadio per l'atletica costruito appositamente per le Olimpiadi di quell'anno; i tempi di gioco non furono di 45 ma di 30 minuti ciascuno; le due squadre locali giocarono negli stessi giorni anche un incontro (sempre tra loro) della Christian League cui appartenevano; andato in bianco il primo incontro per determinare la seconda classificata olimpica, la St. Rose si impose nella ripetizione per 2:0 e i giocatori del CBC non furono capaci di segnare nemmeno un gol nel torneo.

3.
La formazione dell'Omilos Philomouson,
che rappresentò la città di Salonicco ai giochi del 1906
Un tenore altrettanto amatoriale animò anche il torneo successivo. Atene aveva inizialmente aspirato a diventare sede permanente delle olimpiadi, e quando il congresso del CIO del 1905 ribadì invece la linea universalistica di De Coubertin e designò Roma come sede della quarta edizione, fu riconosciuto comunque alla capitale greca il diritto di celebrare il decennale dei primi giochi sotto il nome di Jeux Internationaux Olympiques d’Athènes. Questi si tennero nella primavera del 1906, riscuotendo un grande successo di partecipazione dopo le due edizioni "fieristiche" che avevano un po' smorzato gli entusiasmi iniziali del movimento olimpico [vedi]. Per la prima volta non si ebbero defezioni nel torneo calcistico, che fu giocato però da quattro selezioni eterogenee. La squadra di Atene, per esempio, non era formata da calciatori ma da atleti dell'Ethnikos Gymnastikos Syllogos e del Panellinios Gymnastikos Syllogos, due tra i club sportivi greci più antichi, alcuni membri dei quali avevano già partecipato alle gare di ginnastica nel 1896: l'attaccante Giorgios Merkouris era figlio del sindaco della capitale. La compagine di Salonicco, città greca compresa allora nell'Impero ottomano, consisteva nei membri di un associazione artistica locale, l'Omilos Philomouson [vedi], tra i quali era anche un inglese. La squadra di Smirne, anch'essa nell'Impero, era invece composta dai giovani rampolli della locale borghesia mercantile di origine inglese, francese e armena (vi militavano ben cinque membri della famiglia Whittal tra fratelli e cugini, tutti schierati nella linea d'attacco, ed uno dei quali, Donald, partecipò anche alle gare di canottaggio). L'unica formazione non abborracciata era quella selezionata dalla federazione danese su richiesta del re Cristiano IX, padre del sovrano greco, Giorgio: per via dinastica furono inviati ad Atene i giocatori del Copenhagen, che non a caso sbaragliarono il campo assai facilmente.

La rosa del Copenhagen, che vinse il torneo olimpico del 1906
Al velodromo (Podilatodromio) di Atene, il 23 aprile 1906, i danesi ebbero la meglio sui giovani di Smirne per 5:1, mentre gli atleti ateniesi si sbarazzarono degli artisti di Salonicco per 5:0. Il giorno dopo fu 9:0 per i danesi sugli ateniesi in soli 45 minuti. Il clima era tale che i greci, avviliti, non rientrarono in campo nel secondo tempo. Il loro comportamento irritò non poco il comitato organizzatore, non solo per lo scarso spirito olimpico dimostrato, ma soprattutto perché gli ateniesi (che, riconosciuta la sconfitta, si ritenevano secondi classificati nel torneo) si rifiutarono di affrontare uno spareggio con le squadre di Smirne e Salonicco per aggiudicare le medaglie di argento e di bronzo (la soluzione numismatica fu poi ripresa nelle successive edizioni dei giochi). Fu così la Whittal Bros. & C. a timbrare per 12:0 il secondo posto [vedi tabellini].

A dire il vero il calcio aveva già dimostrato di essere diventato una cosa più seria in quei pochi anni tra il 1896 e il 1906, e non solo nelle isole dove era rinato modernamente. I tornei che abbiamo rievocato erano davvero amatoriali rispetto ai campionati che ormai si stavano cominciando a giocare in molti paesi. Non è dunque un caso che la FIFA non li abbia riconosciuti come competizioni ufficiali, mentre il CIO, in un ambiguo ossequio allo spirito del dilettantismo che serviva anche a ribadire la sua autorità, abbia assegnato, a posteriori, le medaglie olimpiche solo alle "proprie" edizioni del 1900 e del 1904 (ma non a quelle ateniesi del 1906). L'allegra brigata degli artisti di Tessalonica, che senza segnare una rete e prendendone ben 17 nel sacco aveva vinto la medaglia di bronzo nel 1906, non entrò invece in alcun ruolino ufficiale. Nondimeno, la ricordiamo ancora oggi con simpatia, perché certamente cara agli dei olimpici e dunque anche a Eupalla.

Azor