Quello del 1994 fu il primo Mondiale senza Gianni Brera. Il coniatore dell'espressione "i Senzabrera", Gianni Mura, suo successore come prima firma de "La Repubblica", ne celebrò la memoria rintracciando tasselli del suo mondo anche in quel torneo d'Oltreoceano.
Boston - Mi sa che in America ti saresti divertito, Gbfc. Qui va tutto a sigle, JFK, MPC, avrei dovuto scrivere Gioannbrerafucarlo. Il nome di tuo padre che hai dato a tuo figlio che è morto, me l’hanno telefonato ieri mattina alle sette, stessa ora di quando m’hanno detto che eri morto tu. Andando a Foxboro abbiamo passato dei ponti sul fiume Charles e ho pensato a un altro fiume, a un altro funerale, a quanta porca acqua passa e ci tocca farla passare. Carlo stava già male a maggio, quando abbiamo presentato "Il principe della zolla", tutti a mangiare bolliti e mostarda e a parlare di te, lui in un angolo a fumare una Gitane dopo l’altra, da qualcuno avrà preso, no? E almeno questa, di vederlo andar via così, ti è stata risparmiata.
"Ti ricordi le belle maglie rosse di Netto, di Voronin, di Kurtsilava?" |
E adesso voglio raccontarti cosa succede qui, Gbfc, Gianni Brera Football Club. Che, per ora, le tue idee stanno in piedi. La nazionale fa pena. Io a Vigo non c’ero, non ho la sindrome come tanti altri, ma mi sembrerebbe di sparare sulla Croce rossa, un po' mi vergogno. Qualcuno ha scritto che la nazionale è formato Milan. Magari. Ti saresti divertito sì, a veder vincere lo scudetto con 36 gol in 34 partite, con le abbottonature e le cerniere del Gran bisiaco. Così avevi ribattezzato Capello in tempi non sospetti, quando molti lo vedevano come uno yesman e basta. Orejas y musica, avresti gridato ad Atene, già al secondo dei quattro gol, affondata la corazzata di carta del superbo Cruyff. Sì ti saresti divertito, e non eri poi così rincoglionito, come ha detto in tv un regista più noto per la bellezza della moglie che per la qualità dei suoi film. Uno che in tv faceva tanto quello di sinistra e adesso sta con Fini. Confini molto labili, cambi di maglia. La Russia sembra la Francia, ti ricordi le belle maglie rosse di Netto, di Voronin, di Kurtsilava? E i tedeschi sembrano dei clown, addio rigoroso bianco e nero durato da Schaefer a Beckenbauer. Gli arbitri sono in fucsia, in color mandarino, i campi sono ricamati a righe, a cerchi, a rombi.
Gli americani non capiscono molto di calcio, ma questo non è grave. E' un po' peggio che quasi tutti quelli coinvolti nell'organizzazione siano così ottusi, arroganti e inutili. C’è una frase che ormai mi mette i brividi: can I help you? So che mi manderanno dalla parte sbagliata, che farò chilometri a piedi sotto il sole, penso che perfino in Messico dopo il terremoto e alla Coppa d’Africa a Dakar c’era il telefono in tribuna stampa e si faceva la teleselezione, solo qui è impossibile. Hanno inventato una "card", basta digitare una quarantina di numeri e parli con l’Italia, sempre che non ne salti uno, nel qual caso ricominci. E poi non si può fumare né in sala stampa né in tribuna, tutto il resto dello stadio sì, noi no. Son sicuro che ti saresti fatto arrestare, pur di non rinunciare al vizio.
Ma tu poi ci saresti venuto? La storia del mafioso che voleva farti la pelle per una storia di donne non l’abbiamo mai bevuta, nell’84 abbiamo solo fatto finta. Io credo che ci saresti venuto perché il calcio era mestiere, era scienza ma anche vizio, in te. Anche solo per una puntuta curiosità da voyeur, ci saresti venuto. Avresti ingaggiato un taxista full time, con aria condizionata, perché qui si data Boston ma è come datare Milano e andare a vedere la partita a Piacenza. Avresti chiesto di essere svegliato più tardi degli altri, le sette è una condanna, già due volte che per sentirmi sveglio accendo una sigaretta e faccio scattare il sistema d’allarme, ormai deve avercela con me perché è scattato anche alle cinque quando dormivo.
"Penso che avresti tifato, senza dare troppo nell'occhio, per l’Irlanda" |
Penso che avresti tifato, senza dare troppo nell'occhio, per l’Irlanda. Alla vigilia della partita ho cenato a casa del professor Zemach, in Upper West Side. Non lo conosci, ma lui conosceva te. Suona il violoncello alla Metropolitan Orchestra, è nato a Plovdiv ma con radici, sostiene lui, a Bassano del Grappa. Il professore m’aveva scritto dopo la tua morte: adesso siamo tutti più poveri. Ci siamo scritti per un po'. I tuoi libri in ordine alfabetico sono allineati prima di quelli di Cechov (in cirillico). Chateau Cheval Blanc 67, tenuto da parte per le grandi occasioni. Chi può essere oggi Rombo di Tuono, ha detto il professore. Nessuno, ho risposto. Ho pensato a varianti su tue invenzioni, come Rombo di Grillo, e penso che nemmeno avresti usato il termine abatini, preferendo settimini. Uccellato, per Pagliuca con Houghton, l’avresti usato di sicuro. E Bergheimer per Donadoni, bergamasco anche Signori lo è, ma quanti tripallici riusciamo a contare, in azzurro? E quanti ne canteresti col cuore?
Ti saresti divertito con la Romania, la squadra più all'italiana che c’è, con quel contropiedista molto forte che è Raducioiu, e avresti insultato quel tris di veneziani che sono Asprilla, Valencia e Rincon. Forse ti avrei convinto a tifare Camerun (avessero un portiere, non un imitatore di Grobbelaar) e il giorno di Norvegia-Messico tu avresti tenuto ai vichinghi e io agli aztechi, e dopo avremmo bevuto Merlot di Napa Valley e giocato a scopa. Ricordo che mi telefonasti di andarci piano con gli entusiasmi, dopo Eindhoven (gli olandesi delle amichevoli se ne fregano) e so come la pensavi su Sacchi. E i fatti ti stanno dando ragione, ma questa non è, non sembra proprio una squadra di Sacchi. Ti farà piacere sapere che, per le strade di New York, il tuo amico Bearzot è venerato come la Madonna pellegrina e ha sempre la tua pipa. Anche Sacchi ha parlato di contropiede (sia pure corto) e qui si segna molto in contropiede (le grandi e le piccole). Fanno fatica le grandi a vincere, le piccole a perdere. Più parlano di spettacolo più giocano in difesa. Safety first, per citarti. Quanto è breriano questo Mondiale per noi Senzabrera. Questo per ora ti si voleva dire, e per il resto vadano tutti a scopare il mare. Che in Lombardia significa ramazzare. Detto altrove, sarebbe un grande sogno. Qui i sogni, anche calcistici, sono piccoli, pulsanti ma confusi, nel caso fosse previsto un allarme anche per quelli.
"La Repubblica", 22 giugno 1994