Ruvido stile piemontese

Attilio Leporati
Ormai l'epopea delle grandi provinciali piemontesi volge al termine. I fertili vivai di Casale e di Vercelli sono ovviamente destinati al sistematico saccheggio delle grandi. Ma nella stagione 1931-32, tutto sommato, i due XI possono ancora affrontarsi in un 'derby' relativamente tranquillo. Ironico ma ruvido, come lo stile delle compagini, il tono di Mario Ferretti, che racconta la partita (siamo alla seconda giornata del girone di ritorno) per i lettori di "La Stampa".


Casale, 8 [febbraio 1932] mattino.
Nessuna delle due squadre ha fatto sfoggio di stile. Entrambe si sono battute al "modo forte" come vuole la tradizione: tanto l'una che l'altra giunse alle soglie del giuoco duro. Il Casale tenne in pugno le briglie durante tutto il primo tempo: nella ripresa, prevalse la Pro Vercelli. Calme le prime avvisaglie: ed il match pareva avviato a scorrere fra dighe sane, vigilate da Mastellari: più rovente il centro della battaglia, ad animi riscaldati. Vi fu anzi un istante in cui si temette che il giuoco andasse a gambe levate: provvide l'arbitro con l'espulsione di Volta, reo - all'inizio - di un pugno inflitto a Piola e di un calcio, nella ripresa, fuor di misura, applicato sullo stomaco dello stesso avversario.

Da quel momento capì il Casale che la battaglia era perduta. Meritatamente perduta? A nostro avviso un match pari avrebbe meglio rispecchiato il valore delle forze in campo: forze mediocri e prive di luce, tanto che il tono della contesa si ridusse, nel suo complesso, molto al di sotto di quanto le squadre hanno modo di fare. 

In fondo la Pro Vercelli non rubò la vittoria. Nel primo tempo visse sul contrattacco e sulle azioni di rimando: fu tuttavia sempre ordinata, sempre calma, sempre attenta a cavar fuori un vantaggio dal giuoco oscuro dei nero a stella. Nel secondo, ebbe la meglio anche con Volta sul campo; uscito Volta, si fece aggressiva, impegnò sovente Provera, arginò senza affanno le brevi raffiche dei neri. Sotto porta non perse la testa: incassò i suoi corners senza battere ciglia; sferrò un tiro che avrebbe battuto qualsiasi portiere senza l'aiuto della fortuna: fu più ricca di fiato e negli ultimi dieci minuti prese il Casale alla gola: non ebbe bisogno di rannicchiarsi in difesa per custodire quella vittoria che non poteva più sfuggire. Di bel giuoco, nel senso teorico della parola, neppur l'ombra. La Pro Vercelli ebbe Piola con le pastoie ed Ardizzone, invece, in gran vena: nessun altro trovò modo di emergere se non forse Zanello nel suo lavoro di distruzione, Depetrini in quello di sbarramento, Seccatore, nel compito di costruire quel tanto di buono che si vide sul campo. 

Fra i nero a stella un uomo solo rifulse: il centro mediano Castello che lavorò come un negro a tentare aperture, a spezzare gli attacchi, a creare qualche fase paurosa, sciupata senza scrupoli da una prima linea - la sua - che fu fragile come il vetro. Castello soverchiò Ardizzone dalla cintola in su. Più duttile e più veloce: soprattutto più solo. Onnipresente ed accorto: tanto a rincalzo della difesa quanto in appoggio agli avanti. Tentò da solo la via del goal e due suoi tiri di punizione passarono sibilando sull'asta o fecero barcollare l'attento Scansetti. Guidò la gara da capo a fondo, senza un attimo di smarrimento: cercò bastare per tutti: solo apparve sfocato - non si trattò che di un attimo - quando tutte la squadra parve congiurare ai suoi danni. Non vi furono che i due terzini pari al compito loro: tanto Roggero che Mazzucco — ed ebbero molto da fare — stettero in piedi sino alla fine. L'unico, nella mediana, che riuscì almeno a salvarsi, ed a parte le scorrettezze compiute, è stato Volta: Leporati dormi della grossa e nella zona da lui guardata la Vercelli passò come volle. 

La prima linea? La giornata di Borel è stata nera come la gola del lupo.

Degli interni non v'è da dire gran cosa: Celoria ebbe spunti di pregio: nel complesso tanto il suo giuoco quanto quello di Gardini venne sommerso: così come le ali. Migliavacca e la ... recluta Nebbia non hanno gemme al loro attivo. Provera nulla di meglio poteva fare: infine, una sola volta fu battuto e da un tiro cosi formidabile che lo colse spiazzato: in altre occasioni non si è lasciato sorprendere. Mancò il congegno alla squadra: mancò il cuore dei nero a stella se anche la gara ebbe sapore di battaglia. 

Il primo tempo vede Piola sbagliare un facilissimo pallone che sale alle stelle, registra una spettacolosa parata di Provera che pur era stato colto di sorpresa: sorprende il centro attacco dei bianchi al suo secondo errore, mentre Volta per guiderdone lo tocca al viso col pugno. Ognuna delle due squadre incassa un calcio di punizione. Provera blocca un tiro che vien di lontano. Piola saetta un bolide a fil di palo. Castello impegna Scansetti con una autentica cannonata. Esplode il goal di Seccatore: il più bello - commenta il pubblico - che abbia visto nel Campionato. I neri sferrano un fierissimo attacco. Scansetti si difende in fortuna. Noto un corner contro Casale: ne scrivo tre contro Vercelli. Ancora un quarto a danno dei bianchi: un shoot di Castello fischia sull'asta. 

Degno di nota, nella ripresa, un bel tiro di Seccatore che conclude una superba azione dei bianchi. Segno un corner contro Casale che non dà frutti. Borel si trova solo, dinnanzi alla parta, appena a un metro: Zanello gli soffia la palla. Volta è espulso dal campo. Piola è portato a braccia oltre la linea. Un calcio d'angolo contro i bianchi. Piola rientra e dà man forte all'attacco. L'ultimo corner in favore dei neri: poi la Vercelli prende le redini e non le cede sino alla fine.

Il publico sfolla prima che l'arbitro fischi. Mastellari ha retto bene la gara: l'ha guidata con perizia con giustizia e con calma.
Le squadre s'erano schierate così:

PRO VERCELLI: Scansetti; Zanello, Dellarolle; Depetrini, Ardizzone, Ferraris I; Santagostino, Gatti, Piola, Seccatore, Ferraris II.

CASALE: Provera; Roggero, Mazzucco; Leporati, Castello, Volta; Migliavacca, Gardini, Borel, Celoria, Nebbia.

"La Stampa", 8 febbraio 1932