Le imprese della "fedelissima"

Cortesie.
Osserva, appoggiata alla balaustra, la Regina Elisabetta
[10 gennaio 1974, Torino]

Oramai anche i miniderby diventano motivo di contestazione e spunto per incidenti. Purtroppo, ieri al Filadelfia, durante e al termine del confronto «Under 23» fra Torino e Juventus si sono registrati episodi spiacevoli: alcuni tifosi granata capeggiati da una «fedelissima» hanno tentato di invadere il campo, poi se la sono presa con Piloni bersagliandolo con sassi (uno dei quali colpiva alla fronte una maschera, ferendola), assediando infine l'arbitro negli spogliatoi. Ogni tentativo per riportare la calma è stato inutile: lo stesso dottor Bonetto ha dovuto rinunciare e rientrare, fra gli insulti, negli spogliatoi. L'arbitro, protetto dalla polizia, poteva poi lasciare su un taxi del Torino il campo vanamente inseguito da una cinquantina di persone, prese in contropiede essendo l'auto uscita da una porta secondaria. Bilancio del pomeriggio: la maschera Bovo Sist contusa (ferita lacero contusa allo zigomo destro), danni all'autovettura di un giornalista (presa a calci): prevedibile una multa al Torino.

Una parentesi da dimenticare, dunque, per il club granata, sconfitto oltretutto dalla Juventus (3-2) che, portatasi in vantaggio su rigore con Viola, aveva consolidato il bottino dapprima con Musiello (in sospetto fuorigioco sbandierato da un guardalinee, ma non rilevato dall'arbitro Squizzato di Verona) e successivamente con Gentile. La reazione del Torino aveva alimentato le speranze dei cinquemila tifosi granata presenti sugli spalti del Filadelfia - cui vanno aggiunti almeno mille sostenitori bianconeri - avendo Bortot e Cereser ridotto le distanze, stringendo poi la Juventus, che sino ad allora si era disimpegnata con scioltezza, in un'autentica morsa. Mentre l'assedio alla porta di Piloni si faceva intenso, iniziava lo «show» della fedelissima granata (la stessa che martedì sera ha fatto la pace con Cuccureddu dandogli un bacio nel corso di una serata danzante, indicata come l'autrice dello schiaffo dato allo stesso bianconero dopo il derby), la quale saltava giù dalla tribuna centrale e tentava di scavalcare la rete di protezione.

L'impresa falliva, gli agenti di servizio la invitavano a desistere: seguita da una cinquantina di ragazzotti, la donna si portava sul parterre all'altezza della porta di Piloni iniziando la sassaiola. Il giocatore abbandonava la porta «rifugiandosi» a centrocampo mentre l'arbitro sospendeva momentaneamente la partita giocata dal Torino con Pigino, Binelli, Fossati, Nuti (Pasquali), Cereser, Donadel, Pellegrini, Mascetti, Graziani, Vernacchia (Torresani), Bortot; mentre la Juventus ha presentato: Piloni, Chinellato, Marchetti, Gentile, Zagano, Mastropasqua, Nemo, Viola, Musiello, Maggiora, Balestra.

Tornata momentaneamente la tranquillità sugli spalti, l'arbitro faceva concludere il gioco dopo che Pasquali aveva fallito l'ultima occasione. Fra altre intemperanze, i giocatori si infilavano nel sottopassaggio mentre all'ingresso iniziava l'assedio. Vycpalek, Bizzotto e tutti i giocatori bianconeri passavano indisturbati tra la folla mentre un commissario di polizia (scambiato per un dirigente del Torino e pertanto apostrofato con termini affatto lusinghieri) dirigeva le operazioni per salvaguardare il giovane arbitro. La «fuga» riusciva con il taxi di Giovanni Migneco mentre all'ingresso degli spogliatoi la contestazione veniva rovesciata sui dirigenti del Torino colpevoli secondo il gruppo di tifosi «di non avere salvaguardato nelle ultime gare la squadra, sistematicamente sabotata dagli arbitri». Ancora più pericolose sono apparse le minacce fatte dallo stesso gruppo di tifosi, esasperati dagli ultimi arbitraggi: «Contro il Napoli al Comunale - hanno detto - ci faremo sentire. Saremo noi a portare il Torino in serie B, invaderemo il campo e faremo punire la società: toglieremo agli arbitri la soddisfazione di causare la nostra retrocessione». Parole indubbiamente dettate da un momento di particolare tensione ma che dovrebbero indurre il club ed i tifosi granata alla riflessione: non è certo con la violenza o con le minacce che si aiuterà la squadra a risollevarsi in classifica e a raggiungere quelle posizioni che i dirigenti per primi auspicano.

I «fattacci» di ieri al Filadelfia devono rimanere isolati, in caso contrario il Torino ne ricaverà soltanto un danno morale e materiale. Con tutti i problemi tecnici che l'assillano, Giagnoni e i giocatori non devono sottostare anche a questa spada di Damocle. Anzi, è il momento di sfoderare buon senso e di accettare anche le situazioni più sfortunate: la squadra ha i mezzi per reagire e saprà farlo al di là di ogni contestazione.

Giorgio Gandolfi, "La Stampa", venerdì 11 gennaio 1974, p. 14.