A Istanbul sarà una battaglia

22 gennaio 1963, Istanbul

La comitiva milanista è arrivata a Istanbul; domani sera è in programma la gara di andata dei quarti di Coppa dei Campioni contro il Galatasaray. Testa a testa inedito, e match non propriamente di cartello, anche se la torcìda locale è in attesa spasmodica. Il Milan non attraversa un momento brillante; la sconfitta patita domenica a Venezia (1:2) ne è testimone - sebbene l'esito possa essere ribaltato 'a tavolino' [vedi]. Il gioco appare lento, involuto; la difesa, nell'ultimo mese, tiene bene, ma davanti si fatica a concretizzare. I pareggi senza reti a Ferrara e a San Siro contro il Catania sono messi in conto all'abulìa di Altafini, all'immaturità di Fortunato, alla scarsa vena di Pivatelli. Quella di Venezia - salvo decisioni che si considerano peraltro scontate - sarebbe la quarta sconfitta in campionato: decisamente troppe per una squadra che desidera riconfermarsi. E così, mentre il duello in cima tra Juventus e Inter si arroventa, il Milan concentra energie e pensieri sull'avventura continentale.
Rocco dovrebbe reinserire Altafini e Barison, rimpiazzando Del Vecchio e Fortunato; è rimasto a casa invece Mario David, la cui capoccia evidentemente ancora ronza per l'impatto della bottiglietta di plastica caduta domenica dagli spalti del Penzo; si tratta però di una mossa mirata a ben disporre il giudice sportivo, che dovrà sorbirsi in lettura il referto di Lo Bello e qualche relazione medica abbastanza compiacente. Fuori anche Dino Sani, per i soliti problemi alla caviglia e alla schiena; il rigido inverno lombardo non lo aiuta a recuperare condizione e continuità.

I campioni di Turchia vantano in rosa gran parte dei pedatori che lo scorso dicembre hanno malamente sbracato a Bologna contro gli azzurri, nell'andata del turno di qualificazione per la Coppa d'Europa. Tra i migliori di giornata furono Maldini e, come si ricorderà, Rivera, autore addirittura di una doppietta [tabellino]. Nella circostanza, aveva particolarmente deluso il loro strombazzatissimo bomber, Metin Oktay (nella foto): alcuni rimembreranno la sua triste esperienza nel Palermo (dodici apparizioni, soli tre gol), nella stagione passata. I rossoneri dovranno tuttavia tenerlo d'occhio: tornato a Istanbul ha ripreso a furoreggiare elevandosi ben al di sopra della mediocrità generale che connota il football del Bosforo, e in Coppa ha già fatto piangere i portieri della Dinamo Bucarest e del Polonia Bytom. Oktay, soprannominato "re senza corona", è il beniamino della sterminata tifoseria del Gala. A soli 26 anni, ha già una dimensione leggendaria, e una media gol strepitosa (più di uno a partita), solo leggeremente incrinata dall'infelice avventura italiana. Costituisce il miglior elemento della squadra, insieme ai centrocampisti Mustafa e Kadri, entrambi stabilmente inseriti nel giro della nazionale della mezzaluna. Insomma, non sarà una passeggiata. Non a caso, Edmondo Fabbri accompagna la brigata rossonera: convinto che i turchi siano meno modesti di quel che è parso a Bologna, assaggerà l'impatto ambientale del Mithatpaşa, dove gli azzurri si recheranno il prossimo 27 marzo per archiviare (come si deve e si spera) la pratica.

Cesare Maldini appare leggermente preoccupato. Evochiamo la sua ilare reazione al sorteggio ("sono proprio contento di incontrare il Galatasaray, perché in Turchia non ci sono mai stato"), e lui risponde alzando le spalle ma senza allegria nello sguardo. Naturalmente, il Milan dovrà temere soprattutto il proprio scadimento di condizione, potenzialmente acuito dalle previste inclemenze atmosferiche, destinate  a limitare il gap tecnico esistente fra le due formazioni. Sul suo campo, il Gala ha liquidato con estrema facilità gli XI rumeni e polacchi (che non erano necessariamente sfavoriti alla vigilia del doppio confronto), mentre il Milan, nell'unica trasferta di spessore sin qui affrontata in questa competizione, ha sofferto alla lunga il ritmo dell'Ipswich di Alf Ramsey a Portman Road, cavandosela con discreta fortuna (e l'ausilio ripetuto dei legni) nonostante l'enorme vantaggio accumulato a San Siro. Ecco: dovessero ripetere - per atteggiamento tattico o per inerzia atletica - quella partita (catenaccio a oltranza, baricentro bassissimo) i rossoneri si complicheranno la vita. Confidiamo tuttavia nella saggezza di Viani e di Rocco, e nella classe di Altafini e Rivera. Pronostico: due a uno per i campioni d'Italia, e semifinale in cassaforte.

Mans