Sono trascorse poco più di due settimane dalla clamorosa eliminazione dell'Italia nel mondiale sudafricano. Infuriano le polemiche. Il sistema è sotto pressione. Giancarlo Abete, presidente federale dal 2007, deve calare un 'coniglio' dal cilindro per riscuotere qualche applauso, distrarre la platea e restare ben saldo sulla poltrona. Prandelli è una notevole virata, ma non basta.
Il 'coniglio', guarda caso, c'è. Si chiama Roberto Baggio. Se c'è un uomo di calcio - un ex grande calciatore - che il Paese, senza distinzioni campanalistiche, ha sempre amato o perlomeno apprezzato, è certamente lui. L'ex 'coniglio bagnato' di Gianni Agnelli è ora la magia escogitata dal prestigiatore che governa la Federazione.
Ripercorriamo senza commenti, riproponendola attraverso le pagine disponibili in rete di alcuni grandi quotidiani, l'intera vicenda, che si è conclusa ieri, 23 gennaio. Pochi giorni dopo la rielezione di Giancarlo Abete alla guida della FGCI.
Mans
p.s.: naturalmente seguiremo la coda della vicenda, riportando voci, ricostruzioni, commenti critici
Mans
p.s.: naturalmente seguiremo la coda della vicenda, riportando voci, ricostruzioni, commenti critici
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10 luglio 2010
Un incarico in seno alla Federcalcio per il 'Codino'. Prende sempre più corpo, infatti, la possibilità che Roberto Baggio (dopo aver detto basta con il calcio al momento di appendere gli scarpini al chiodo) vada a ricoprire il ruolo di presidente del Comitato tecnico della Figc. Lo ha ribadito anche il procuratore dell'ex fantasista, Vittorio Petrone: "Roberto Baggio conferma la sua disponibilità e attende l'incontro con il presidente Abete, per approfondire i temi oggetto dell'eventuale incarico, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni" (La Repubblica).
Una leggenda del calcio italiano, Roberto Baggio, dopo anni di deliberata e incrollabile assenza al mondo del pallone, sembra avviato ad una “rentree” con un incarico di rilievo nell'ambito della Federcalcio. È candidato a ricoprire la carica di presidente del comitato tecnico della Figc.
«Roberto Baggio conferma la sua disponibilità», ha detto il suo procuratore, Vittorio Petrone, confermando l'anticipazione del Corriere dello Sport. L'ex fantasista «attende l'incontro con il presidente Abete per approfondire i temi oggetto dell'eventuale incarico che dovrebbe venire nei prossimi giorni», ha aggiunto Petrone. «La principale motivazione di Roberto Baggio a rendersi disponibile per verificare e approfondire i temi dell'eventuale incarico - ha spiegato - è quella di offrire il proprio contributo e l'esperienza acquisita in più di 22 anni di calcio giocato (L'Unità).
«Roberto Baggio conferma la sua disponibilità»: lo ha detto, in una nota all'Ansa, il procuratore dell'ex fantasista, Vittorio Petrone, confermando l'anticipazione del Corriere dello Sport secondo cui Roberto Baggio è candidato a ricoprire la carica di presidente del Comitato tecnico della Figc. Baggio, «attende l'incontro con il presidente Abete per approfondire i temi oggetto dell'eventuale incarico che dovrebbe venire nei prossimi giorni». Petrone sottolinea che Roberto Baggio aveva già espresso la sua disponibilità «al presidente dell'Associazione italiana allenatori Renzo Ulivieri. La principale motivazione di Roberto Baggio a rendersi disponibile per verificare e approfondire i temi dell'eventuali incarico - ha aggiunto - è quella di offrire il proprio contributo e l'esperienza acquisita in più di 22 anni di calcio giocato». «È certamente un incarico - ha concluso Petrone - che potrebbe rispondere al desiderio di partecipazione che Roberto Baggio desidera offrire al calcio italiano e alla Federazione» (Corriere della Sera).
«Roberto Baggio conferma la sua disponibilità»: lo ha detto, in una nota all'Ansa, il procuratore dell'ex fantasista, Vittorio Petrone, confermando l'anticipazione del Corriere dello Sport secondo cui Roberto Baggio è candidato a ricoprire la carica di presidente del Comitato tecnico della Figc. Baggio, «attende l'incontro con il presidente Abete per approfondire i temi oggetto dell'eventuale incarico che dovrebbe venire nei prossimi giorni». Petrone sottolinea che Roberto Baggio aveva già espresso la sua disponibilità «al presidente dell'Associazione italiana allenatori Renzo Ulivieri. La principale motivazione di Roberto Baggio a rendersi disponibile per verificare e approfondire i temi dell'eventuali incarico - ha aggiunto - è quella di offrire il proprio contributo e l'esperienza acquisita in più di 22 anni di calcio giocato». «È certamente un incarico - ha concluso Petrone - che potrebbe rispondere al desiderio di partecipazione che Roberto Baggio desidera offrire al calcio italiano e alla Federazione» (Corriere della Sera).
11 luglio 2010
Baggio, sei anni dopo. Sì. Pare proprio che l' esilio volontario del calciatore più pop dei novanta e dintorni stia per finire. Un po' come se Mina all' improvviso apparisse in concerto. Beh, a volte ci sta che la fuga diventi noia. Se poi il tuo desiderio di rimetterti in gioco coincide con quello di una Federazione in cerca di nomi credibili ci sta che la cosa si faccia anche in tempi brevi. E allora bentornato Baggio. Anche se ci sarà da discutere e parlare. Renzo Ulivieri, che lo aveva avuto a Bologna da giocatore, ha pensato all' ex fantasista per la guida del settore tecnico della Figc. Una telefonata. Un mezzo sì, anche se la Figc si riserva una risposta definitiva. E allora si va avanti. In fretta. Perché Abete deve trovare facce nuove, anche se questo non è un talent show di Maria de Filippi. Per rilanciare l' azzurro lo slogan è: meno burocrati, più atleti dalla faccia pulita e dal curriculum che luccica. Gente che col suo nome evoca emozioni e tracce di storia vera. Albertini c' è già. Baggio quasi. Si dice che Abete stia pensando anche a Maldini. Ieri il suo procuratore Vittorio Petrone ha colorato di ottimismo il prossimo rientro del suo assistito nel giro: «Roberto ha voglia di offrire al calcio italiano il suo contributo e la sua grande esperienza». E allora forse ci siamo: Baggio, sei anni dopo. E non certo per soldi (Benedetto Ferrara, La Repubblica).
Oltre al neo-ct Prandelli, ci sarà la conferma di Gigi Riva, storico trait-d'union tra la squadra e la Figc, con la scelta ulteriore di riprendere dagli ex campioni simbolo, particolarmente attaccati alla maglia azzurra. Uno c'era già: a Demetrio Albertini, vicepresidente federale, sarà affidata la presidenza del Club Italia, struttura che coordinerà l'ìattività di tutte le squadre naziuonali e in particolare di quella maggiore. Uno è in arrivo: Roberto Baggio è in trattativa per diventare il presidente del settore tecnico, un ruolo non solo di immagine. Il terzo ex fuoriclasse è il più difficile da convincere, ma è anche quello che darebbe il definitivo segnale della rifondazione, con la competenza tecnica e le nuove idee messe in prima fila: Paolo Maldini è il candidato numero uno per la presidenza del settore giovanile e scolastico. Riva, Albertini, Baggio, Maldini: la Nazionale si affida alla propria storia, per dimenticare in fretta Ellis Park (Enrico Currò, La Repubblica).
16 luglio 2010
Mentre si continua a ventilare l'ingresso di Roberto Baggio nei quadri della Federazione, Abete lascia aperta la porta per il 'Divin Codino': "I grandi uomini di calcio si contano sulle dita di una mano e Baggio è senz'altro uno di questi - dichiara il n.1dichiara il n.1 della Federcalcio - nel prossimo consiglio federale saranno fatte le proposte per la presidenza del settore tecnico e di quello giovanile scolastico, poi provvederemo alle nomine (La Repubblica).
1 agosto 2010
Domani, dopodomani al massimo. A Via Allegri, nella sede della Federcalcio, poche decine di metri da Villa Borghese. Ecco, non si stupiscano coloro che incontreranno da quelle parti Roberto Baggio. Sì, ci siamo. L’uomo dei 205 gol in campionato, il Pallone d’Oro del 1993, il vicecampione del mondo del ’94, sta per cominciare un’altra avventura, quella al vertice del Settore Tecnico. E l’incontro con i vertici federali, a condurre il colloquio sarà il direttore generale Antonello Valentini, dovrebbe mettere a punto l’intesa per armonizzare le reciproche aspettative e farle diventare accordo. Il Consiglio Federale di mercoledì, nel suo abbondante ordine del giorno, ha infatti anche la questione nomine. Il sì a Baggio, se non ci saranno colpi di scena, è pronto e anche unanime.
E’ andata così. Renzo Ulivieri, il presidente dell’Associazione Allenatori, prima l’ideatore e poi l’ambasciatore della proposta Baggio, ha telefonato al campione. Obiettivo: concordare, su indicazione del presidente Abete, un incontro a Roma per andare avanti, passare dal sondaggio alla proposta. Baggio s’è fatto trovare disponibile. Lo entusiasma riaprire un discorso con il pallone, interrotto nel momento in cui smise di dargli del tu, in quel Milan-Brescia ormai vecchio di sei anni. Gli piacerebbe ora un incontro ravvicinato d’altro tipo: mettersi a parlare con un ragazzo che varca per la prima volta il portone di Coverciano, ma anche discutere con un allenatore delle mille strade con cui scoprire un talento, e soprattutto non perderlo. Conclusione della telefonata: l’incontro si fa, presto, subito. Perché il desiderio è reciproco.
L’incontro di domani (o di dopodomani) parte comunque con le premesse giuste perché, fra il ruolo di cucitore della tela di Ulivieri e i reciproci segnali di attenzione, si conta di poter risolvere tutto in fretta. Baggio si presenterà a via Allegri senza il suo procuratore amico Vittorio Petrone, con cui si è naturalmente confrontato in questi giorni e che «tifa» per una soluzione positiva. E’ probabile che si possa affrontare subito la questione dello staff che darà a Baggio la possibilità di ridurre al minimo gli impegni burocratici.Dunque, ci siamo. Ci vorrà più o meno il tempo di una partita per capirsi. Poi si dovrebbe partire. Baggio magari si sentirà un po’ come in una delle 700 vigilie vissute da calciatore: tanta voglia di giocare e di far gol. Ma stavolta in un altro modo, forse molto immaginato ma ora tutto da costruire. Sempre con un pallone per amico (Valerio Piccioni, La Gazzetta dello Sport).
2 agosto 2010
"Ho dato il mio assenso, da parte mia c'è la massima disponibilità a ricoprire il ruolo di presidente del settore tecnico di Coverciano. Adesso però devo aspettare il Consiglio Federale di mercoledì". Lo ha dichiarato Roberto Baggio all'uscita della sede di Roma della Federcalcio dopo l'incontro con il presidente federale Giancarlo Abete.
L'annuncio di Roberto Baggio è arrivato dopo due ore di riunione con Abete e il presidente dell'Assoallenatori Renzo Ulivieri. Sul tavolo della discussione, la volontà di affidare a Roberto Baggio il ruolo del settore tecnico federale come successore di Azeglio Vicini. "Sarà un'esperienza impegnativa, ma spero divertente - ha aggiunto Baggio -, sapremo mercoledì se tutto andrà in porto. Il mio ruolo? Ci sono tanti settori di cui si deve occupare il settore tecnico, però ci vuole un pò di tempo e bisogna capire tante cose". In merito ad eventuali poteri decisionali che Baggio riceverà una volta investito della carica federale, l'ex divin codino ha preferito non sbilanciarsi: "non lo so ancora - ha concluso lasciando la sede della Federcalcio, in via Allegri -. Aspetto mercoledì la certezza, e poi vedremo".
Quello di Roberto Baggio al settore tecnico sarà un ruolo attivo e operativo: non sarà un uomo immagine". Lo ha spiegato Ulivieri, dopo l'incontro con l'ex campione azzurro. La riunione è servita, secondo quanto riferito dal presidente dell'Aiac, ad illustrare a Baggio il ruolo che dovrà ricoprire: "Il suo lavoro sarà impegnativo e faticoso, avrà potere su tutto quello che riguarda il settore tecnico, ma chiaramente non influirà sulla gestione delle nazionali".
"Non ho avuto nessuna comunicazione dalla Figc, ma Baggio è una persona di grande prestigio quindi la Federcalcio fa bene a puntare su di lui". Azeglio Vicini, presidente del settore tecnico della Figc, si prepara così a cedere il testimone a Baggio, da lui allenato in azzurro a Italia '90.
"È un segnale, un grande riconoscimento per Roberto". Gigi Riva commenta così la decisione di Roberto Baggio di accettare il ruolo di presidente del settore tecnico della Figc. "Con Bearzot e Vicini il settore tecnico è stato in buone mani - sottolinea l'ex bomber del Cagliari e della Nazionale all'Italpress -. Ora lui ha la possibilità di modificare qualcosa. Può portare idee nuove basandosi sulla sua esperienza sul campo: il settore tecnico è la parte più importante del mondo del calcio". Per Baggio anche gli auguri dell'Inter. In Federazione entreranno anche Arrigo Sacchi, che sarà il coordinatore delle nazionali giovanili e dell'Under 21, e Gianni Rivera, che sarà presidente del Settore Giovanile e Scolastico (La Gazzetta dello Sport).
Roberto Baggio torna in campo, anche se come dirigente. «Ho dato il mio assenso. Da parte mia c'è la massima disponibilità a ricoprire il ruolo di presidente del settore tecnico di Coverciano. Adesso però devo aspettare il Consiglio Federale di mercoledì» ha detto l'ex calciatore all'uscita della sede di Roma della Federcalcio.
L'annuncio di Roberto Baggio è arrivato dopo due ore di riunione con presidente Abete, il direttore generale Antonello Valentini e il presidente dell'Assoallenatori Renzo Ulivieri. Sul tavolo della discussione, la volontà di affidare a Roberto Baggio il ruolo del settore tecnico federale come successore di Azeglio Vicini. «Sarà un'esperienza impegnativa, ma spero divertente - ha aggiunto Baggio - sapremo mercoledì se tutto andrà in porto. Il mio ruolo? Ci sono tanti settori di cui si deve occupare il settore tecnico, però ci vuole un pò di tempo e bisogna capire tante cose». In merito ad eventuali poteri decisionali che Baggio riceverà una volta investito della carica federale, l'ex "codino" non ha preferito sbilanciarsi: «non lo so ancora - ha concluso lasciando la sede della Federcalcio, in via Allegri - Aspetto mercoledì la certezza e poi vedremo».
«Quello di Roberto Baggio al settore tecnico sarà un ruolo attivo e operativo: non sarà un uomo immagine» ha spiegato il presidente dell'Assoallenatori, Renzo Ulivieri, dopo l'incontro in federcalcio con l'ex campione azzurro. «Il suo lavoro sarà impegnativo e faticoso, avrà potere su tutto quello che riguarda il settore tecnico ma chiaramente non influirà sulla gestione delle nazionali» (Il Corriere della Sera).
3 agosto 2010
«In federazione mi divertirò, perché lavorerò un sacco. Non voglio mica stare qui come le belle statuine, eh?». Ieri pomeriggio a Roma Roberto Baggio non ha fatto dribbling con le parole. E senza dribbling gli ha risposto il presidente della Figc Abete: «Da lavorare qui ce n' è, eccome». Il matrimonio si farà domani, nel consiglio federale: il fuoriclasse più etereo, svanito dal giorno del ritiro - Milan-Brescia, 16 maggio 2004- nella nuvola dell' autoesilio, sarà il presidente del settore tecnico federale, che è come dire il nume tutelare del calcio italiano in disgrazia. L' ex tutto - ex Pallone d' oro, ex ragazzo prodigio del Vicenza, ex folletto della Fiorentina, ex genietto della Juve, ex incompreso del Milan, ex Lazzaro del Bologna, ex voto dell' Inter, ex saggio - finalmente non è più un ex. A 43 anni, lui calciatore di club dalla carriera abbastanza nomade, torna nella casa naturale di Coverciano: tra tutte le maglie indossate quella azzurra gli è rimasta appiccicata sopra ogni altra. Nona caso l' imminente nomina ha riscosso consensi trasversali, da Mazzolaa Riva, dal presidente uscente del settore federale Vicini alla campionessa olimpica della scherma, Valentina Vezzali: «I grandi campioni di ogni sport possono dare tanto». Un mese fa, nel pieno del rovello dopo la batosta del Mondiale sudafricano, il presidente dell' associazione allenatori Ulivieri contattò Baggio: «La scelta, per statuto, spettava a me, di concerto col presidente federale, così proposi Roberto». Ieri è arrivata la chiamata a Roma. Le due ore di colloquio con Abete, alla presenza del direttore generale Valentini e dello stesso Ulivieri, hanno chiarito che Baggio (ufficialmente a rimborso spese, come i predecessori) non sarà un uomo immagine. Al settore tecnico fanno capo 5 sezioni (la scuola allenatori, il centro studi, il reparto medico, lo sviluppo tecnico giovanile e scolastico, il laboratorio di metodologia dell' allenamento) e il presidente è anche il mediatore tra il lavoro di campo e quello politico dei dirigenti. La Figc del dopo-Sudafrica cerca una miscela tra l' esperienza dei politici sportivi e gli ex campioni simbolo della Nazionale (in Italia per lungo tempo c' era il solo Riva, team manager dal 1987). Il calciatore al governo, sull' onda di Platini presidente Uefa, non è più un tabù e il modello vincente di altre federazioni - la Spagna con Hierro coordinatore tecnico federale, ad esempio - viene studiato con attenzione. Albertini, vicepresidente e responsabile del club Italia riorganizzato per la rifondazione azzurra, è atteso dalla nomina del cooordinatore delle nazionali tutte avranno un indirizzo tattico e organizzativo univoco, dall' Under 21 in giù (ballottaggio Sacchi-Antognoni) - dall' organigramma del club Italia (osservatorie scoutinga livello giovanile sono da anni l' anello debole) e dal nuovo regolamento. Si ipotizzano altri ingressi di ex azzurri (Di Biagio), mentre tra gli osservatori del neo ct Prandelli per la Nazionale ci sarà Cabrini e per altri incarichi si parla di Rivera e Bergomi (settore giovanile) e soprattutto di Maldini, la cui vocazione naturale sarebbe l' ambito internazionale. Intanto Baggio è uscito dalla nuvola: la folgorazione, pare,4 mesi fa, da ospite in tribuna al Camp Nou per Barcellona-Arsenal, quarto di finale di Champions e trionfo di Messi. Poi l' iscrizione al corso di terza categoria di Coverciano. Il nuovo presidente del settore tecnico avrà anche il patentino: non si sa mai (Enrico Currò, La Repubblica).
Dopo Roberto Baggio, anche Gianni Rivera è pronto ad assumere un incarico in Figc. L'ex 'golden boy' spiega il tutto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli: "In Federazione avevano ruoli da riempire ed hanno trovato me, Sacchi e Baggio disponibili per rilanciare un progetto per il miglioramento qualitativo del calcio guardando soprattutto ai giovani che rappresentano il nostro futuro". Rivera ha accettato l'incarico nella speranza di poter cambiare qualcosa, e spera di poter contare sull'aiuto di uomini d'esperienza come Massimo Giacomini, attuale presidente del Settore giovanile e scolastico della Figc: "Non vado in Federazione per fare la comparsa. Spero innanzitutto che Giacomini accetti di rimanere perché abbiamo bisogno del contributo di tutti, alle volte bisogna voltare pagina sperando anche di migliorare le cose. Proverò a cambiare qualcosa, il sistema calcio però è complicato. Però molto dipende dai club professionistici che vogliono risultati immediati privilegiando la scelta di giocatori già fatti rispetto a giovani da formare" (La Repubblica).
La nuova carica lo fa quasi sorridere: "Io presidente? È stranissimo essere chiamato presidente". Eppure da Roberto Baggio il calcio italiano si aspetta impegno serio e grandi cose. Prossimo alla nomina ufficiale di presidente del settore tecnico della Figc, l'ex codino ha risposte alle domande in un'intervista trasmessa dal Tg1. "Sogno che il calcio italiano possa tornare ad avere talenti importantissimi. Ma occorre credere nei giovani perché sono il futuro, bisogna dare tutto quello che abbiamo dentro per farli crescere bene" (La Gazzetta dello Sport).
C'era mancato il divin codino, il numero dieci italiano più famoso al mondo. Roberto Baggio sta per tornare, dalla porta principale, pronto ad andare a ricoprire il posto che per tanti anni aveva occupato Azeglio Vicini, quello della guida del settore tecnico di Coverciano. L'ufficialità arriverà solo domani, quando si riunirà il Consiglio Federale, ma è tutto deciso, perché mancava solo la sua disponibilità e quella è arrivata ieri. Di Baggio se ne era già parlato a fresca eliminazione degli azzurri dai mondiali, ieri l'incontro in via Allegri, davanti al presidente della Figc, Giancarlo Abete e quello dell'Assoallenatori, Renzo Ulivieri, che Baggio lo ha anche allenato quando era a Bologna. Al termine del summit Roby ha sciolto gli ultimi dubbi sulla sua disponibilità, dichiarandosi pronto a salire sulla barca: «Ho dato il mio assenso, da parte mia c'è la massima disponibilità a ricoprire il ruolo di presidente del settore tecnico di Coverciano. Adesso però devo aspettare il Consiglio Federale». Dopo Prandelli un altro giovane incastro, Baggio avrà il difficile compito di rilanciare il calcio italiano. «Avrà potere su tutto quello che riguarda il settore tecnico, ma chiaramente non influirà sulla gestione delle nazionali», il commento di Renzo Ulivieri a fine incontro. In soldoni, funzioni di istruzione, formazione, abilitazione, inquadramento ed aggiornamento dei tecnici. Una scelta approvata dal vicepresidente federale, Mario Macalli, condita però da piccanti suggerimenti: «Baggio può dare tanto alla Federazione, ha una grande immagine ed è conosciuto in tutto il mondo. Speriamo che possa calarsi in questa realtà e che d'ora in poi lasci a casa il procuratore, che il mondo federale è un'altra cosa». Poi l'affondo all'Assoallenatori, e a Ulivieri in particolare, che secondo Macalli è stato il grande burattinaio dietro l'investitura del Codino: «Abete è il presidente e non è più possibile che la nomina avvenga di concerto con l'assoallenatori. Quando è uscito il nome di Baggio non è stato Abete a farlo ma qualcun altro... ». La notizia del cambio di guardia a Coverciano non ha colto di sorpresa neanche Vicini che, nonostante non abbia ancora ricevuto il benservito dalla Figc, ha espresso solo parole di stima sull'ex attaccante azzurro: «Non ho avuto nessuna comunicazione dalla Figc ma Baggio è una persona di grande prestigio quindi la Federcalcio fa bene a puntare su di lui». Stava studiando per fare l'allenatore, adesso il campo lo vedrà molto poco: «Sarà un'esperienza impegnativa, ma spero divertente - ha aggiunto il Codino -. Il mio ruolo? Ci sono tanti settori di cui si deve occupare il settore tecnico, però ci vuole un po' di tempo e bisogna capire tante cose». Ci sarà da rifondare, decidere e cambiare. Di certo non andrà a girarsi i pollici, sarà dura, anche se Ulivieri è pieno di certezze: «Quello di Roberto Baggio al settore tecnico sarà un ruolo attivo e operativo: non sarà un uomo immagine. Il suo lavoro sarà impegnativo e faticoso» (Simone Di Stefano, L'Unità).
4 agosto 2010
Roberto Baggio presidente del settore tecnico, Gianni Rivera presidente del settore scolastico e Arrigo Sacchi responsabile delle nazionali giovanili e coordinatore delle Under. La Federcalcio ha ufficializzato le nomine di tre simboli del calcio italiano, che avranno il compito di risollevare il movimento nazionale dopo il fallimento al Mondiale sudafricano.
Baggio e Rivera i terreni di gioco li hanno impreziositi con una carriera degna del numero 10 che indossavano; Sacchi la storia del calcio italiano l'ha fatta dalla panchina, ma non per questo meno emozionante. Con il neo c.t. Cesare Prandelli formano un quartetto chiamato a un compito tutt'altro che semplice, ma decisamente stimolante. Baggio, Rivera e Sacchi: tre icone del calcio tricolore all'estero. La fantasia al potere, espressa da figure a loro modo controcorrente (La Gazzetta dello Sport).
Baggio e Rivera i terreni di gioco li hanno impreziositi con una carriera degna del numero 10 che indossavano; Sacchi la storia del calcio italiano l'ha fatta dalla panchina, ma non per questo meno emozionante. Con il neo c.t. Cesare Prandelli formano un quartetto chiamato a un compito tutt'altro che semplice, ma decisamente stimolante. Baggio, Rivera e Sacchi: tre icone del calcio tricolore all'estero. La fantasia al potere, espressa da figure a loro modo controcorrente (La Gazzetta dello Sport).
8 agosto 2010
Baggio, Sacchi e Rivera per l'Italia. Zinedine Zidane per la Francia: miti delle rispettive nazionali chiamati al capezzale di due grandi del calcio europeo reduci da clamorosi flop sul campo conditi da atteggiamenti che hanno creato il disamore del pubblico. C'era da trovare una cura e le due federazioni hanno ragionato allo stesso modo, affidando l'operazione rinascita - ma anche operazione simpatia - ad alcuni dei loro miti più amati. E così, se la Figc ha deciso di nominare nei ranghi federali una nuova troika ad alta intensità azzurra per la rivoluzione post-Mondiale, la Francia ha scelto di demandare al suo campione più rappresentativo degli ultimi vent'anni il compito di spiegare ai futuri nazionali cosa significhi vestire la maglia Bleus (L'Unità).
5 settembre 2010
Abete ha "ingaggiato" campioni del passato (Rivera, Baggio) ed ex ct (Sacchi) non solo per un'operazione d'immagine, che dopo il flop mondiale forse era necessaria, ma anche per lavorare sodo su terreni (vivai, settore tecnico, nazionali, eccetera) dove indubbiamente eravamo indietro rispetto ad altre Nazioni. Interessante anche l'idea di Demetrio Albertini, vicepresidente federale, di creare squadre B dei club (come in Spagna, Inghilterra, eccetera) per dare la possibilità ai giovani di giocare in un campionato vero. Quello Primavera non basta più. Intanto, si scopre (leggendo Sport Week della Gazzetta) che molti vivai sono imbottiti ancora di stranieri: spicca al Brescia con 27 (chissà se lo sa Calderoli?), poi Milan (20), Lazio (12), Cesena (13), Chievo (23), Inter (19), Parma (17) e Roma (10) ... E' chiaro che per gli italiani in certi club non ci sono grandi occasioni per mettersi in evidenza. Ma le norme, attuali, lo consentono. Bisogna trovare solo il sistema di dare spazio a tutti, altrimenti per le Nazionali sarà sempre più dura (La Repubblica).
11 ottobre 2010
Dopo il flop ai Mondiali sudafricani, la Figc ha coinvolto nei propri progetti figure di spicco come Arrigo Sacchi, Gianni Rivera e Roberto Baggio. "Sono persone che hanno grande attenzione nei confronti della qualità, dell'organizzazione, del settore giovanile. Non sono uomini immagine - chiarisce Abete -. Sacchi segue costantemente l'Under 21 e le altre selezioni giovanili, sta svolgendo un lavoro a 360 gradi. Ha incontrato i rappresentanti dei settori giovanili delle società di Serie A e Serie B. Baggio e Rivera stanno mettendo a punto un piano per il rilancio del settore giovanile e delle scuole calcio. Si tratta di personaggi di primissimo livello ma non si può pensare che problemi strutturali vengano risolti in poco tempo. C'è qualità nel nostro calcio, ma c'è anche molto da fare. Bisogna prestare grande attenzione alle formazioni Primavera e alle squadre di Serie B: la federazione ha abbandonato la consuetudine di dare risorse alle leghe senza entrare nel merito delle politiche sportive" (La Repubblica).
13 marzo 2011
Roberto Baggio, presidente del settore tecnico, ha tenuto il cda a Coverciano: e ora chiede alla Figc 7,5 milioni di euro, per tre anni. Per fare cosa? Una maxiricerca sui giovani calciatori. Il problema è che non spetta a lui, il settore tecnico deve formare gli istruttori, i maestri del calcio. Dei giovani si occupa già il settore giovanile e scolastico, con Gianni Rivera, inoltre il Club Italia, con soli 170.000 euro a stagione, tiene uno scouting sui giovani azzurri. Improbabile quindi che, con le difficoltà di bilancio, Abete possa dire di sì Baggio. Semmai potrebbe spiegargli quali sono i compiti del settore tecnico (La Repubblica).
4 aprile 2011
La luna di miele fa Roberto Baggio e la Federcalcio è già finita? Il rischio c'è perché l'ex campione è pronto a dimettersi dalla presidenza del settore tecnico se non verrà accolto il suo piano. Ecco come stanno le cose: di recente Baggio, con il consiglio del settore tecnico, ha approvato un progetto dal costo di sette milioni di euro e che prevede, fra l'altro, anche uno studio sui giovani. Ma spetta al settore tecnico farlo? Ci sono già il settore giovanile e scolastico (presidente Gianni Rivera) e il Club Italia (presidente Demetrio Albertini) che si occupano dei vivai. Lo stesso Club Italia sta facendo uno scouting sui giovani azzurri. E allora? Forse Baggio non ha ben capito quali sono i compiti del settore tecnico che dirige: formare i maestri e gli allenatori di calcio, rilanciare Coverciano (dove si fa vedere raramente: non c'era nemmeno in occasione della visita di Michel Platini). Sarebbe il caso che Renzo Ulivieri, che ha voluto fare rientrare Baggio nel mondo del calcio, gli spiegasse quali sono i suoi compiti. Ora il piano del settore tecnico è allo studio di fattibilità, poi passerà all'esame del consiglio federale (forse già dopo Pasqua?): se dovesse essere bocciato (soprattutto per motivi economici), ecco che Baggio potrebbe dare le dimissioni. La sua carica (come quelle di Albertini e Rivera) d'altronde è onorifica: massimo, rimborsi spese. Ma sette milioni solo per il settore tecnico, pesano troppo sulle casse del calcio. Si vedrà. Intanto, tutto è fermo. Così come è molto probabile che domani, nella riunione convocata da Carlo Tavecchio, non si venga a capo di nulla per quanto riguarda la riforma dello statuto. In giugno, quindi, potrebbe arrivare il commissario ad acta nominato dalla Giunta Coni. Perché il diritto di veto penalizza, e in qualche caso anche paralizza, qualsiasi lavoro in Figc. Ma c'è chi non ha interesse ad abolirlo (Fulvio Bianchi, La Repubblica, Spy Calcio)
4 aprile 2011
La luna di miele fa Roberto Baggio e la Federcalcio è già finita? Il rischio c'è perché l'ex campione è pronto a dimettersi dalla presidenza del settore tecnico se non verrà accolto il suo piano. Ecco come stanno le cose: di recente Baggio, con il consiglio del settore tecnico, ha approvato un progetto dal costo di sette milioni di euro e che prevede, fra l'altro, anche uno studio sui giovani. Ma spetta al settore tecnico farlo? Ci sono già il settore giovanile e scolastico (presidente Gianni Rivera) e il Club Italia (presidente Demetrio Albertini) che si occupano dei vivai. Lo stesso Club Italia sta facendo uno scouting sui giovani azzurri. E allora? Forse Baggio non ha ben capito quali sono i compiti del settore tecnico che dirige: formare i maestri e gli allenatori di calcio, rilanciare Coverciano (dove si fa vedere raramente: non c'era nemmeno in occasione della visita di Michel Platini). Sarebbe il caso che Renzo Ulivieri, che ha voluto fare rientrare Baggio nel mondo del calcio, gli spiegasse quali sono i suoi compiti. Ora il piano del settore tecnico è allo studio di fattibilità, poi passerà all'esame del consiglio federale (forse già dopo Pasqua?): se dovesse essere bocciato (soprattutto per motivi economici), ecco che Baggio potrebbe dare le dimissioni. La sua carica (come quelle di Albertini e Rivera) d'altronde è onorifica: massimo, rimborsi spese. Ma sette milioni solo per il settore tecnico, pesano troppo sulle casse del calcio. Si vedrà. Intanto, tutto è fermo. Così come è molto probabile che domani, nella riunione convocata da Carlo Tavecchio, non si venga a capo di nulla per quanto riguarda la riforma dello statuto. In giugno, quindi, potrebbe arrivare il commissario ad acta nominato dalla Giunta Coni. Perché il diritto di veto penalizza, e in qualche caso anche paralizza, qualsiasi lavoro in Figc. Ma c'è chi non ha interesse ad abolirlo (Fulvio Bianchi, La Repubblica, Spy Calcio)
8 aprile 2011
Il piano di Roberto Baggio è custodito da ottobre dello scorso anno in una cassaforte di un notaio di Milano. Lì è stato depositato, e da lì, almeno per ora, non esce. Il settore tecnico è fermo: il suo presidente, Baggio appunto, rischia di dire addio alla Figc dopo nemmeno un anno (è stato nominato lo scorso 4 agosto). Il motivo? Problemi di budget, la richiesta di oltre 6 milioni di euro (per tre anni) e, soprattutto, uno sconfinamento su terreni che non appartengono, da statuto, alla "mission" del settore tecnico (vedi uno studio sui giovani calciatori) ma ad altri organismi della Federazione. Ora è previsto uno studio di fattibilità, finanziato (50.000 euro) dalla Figc, poi tra tre mesi il consiglio federale deciderà che fare. Il rischio è che si arrivi ad un divorzio con Baggio. Il procuratore dell' ex campione, Vittorio Petrone, sostiene, in riferimento a quanto scritto da Repubblica ieri, che «Baggio rimarrà molto sorpreso quando leggerà queste cose». L' ex campione rientrerà presto dal Sudamerica, poi ripartirà subito alla volta del Perù. Renzo Ulivieri, che riuscì un anno fa a farlo tornare nel mondo del calcio, l' ha cercato invano: «Ma nessun equivoco: il settore tecnico ha un regolamento, chi ne entra a far parte deve adeguarsi. Io stesso gli ho spiegato cosa fare». La Figc intanto aspetta e, come spiega il direttore generale Antonello Valentini, «si augura di non perdere un patrimonio come Baggio» (Fulvio Bianchi, La Repubblica).
È già finita, dopo appena otto mesi, la storia tra Roby Baggio e la Federazione? Nonostante le smentite - l'agente dell'ex fuoriclasse di Fiorentina, Juve e Milan, tra le altre, Vittorio Petrone esclude novità imminenti, «Ora è in Sudamerica, quando leggerà di questa storia ne resterà sorpreso» -, il grande Roby sarebbe pronto a rassegnare le dimissioni dalla sua carica di presidente del Settore tecnico della Figc, l'organo di servizio della Federazione che svolge funzioni di istruzione, formazione, abilitazione, inquadramento ed aggiornamento dei tecnici italiani. Baggio era stato nominato presidente il 4 agosto. L'inquadramento di Roby nell'universo federale aveva fatto scalpore: era un ritorno al calcio del grande campione che, dopo aver smesso nel 2004, aveva costantemente rifiutato incarichi, clamorosi ritorni, nuove collocazioni all'interno del «suo» ex mondo. Semplicemente, Baggio aveva vissuto la vita dell'ex tra il Veneto e l'Argentina: rarissime interviste, un'idea molto vaga di tornare, ma per allenare. Poi ad agosto, dopo il disastro sudafricano, Abete punta a un rinnovamento globale nei posti chiave in Figc: Gianni Rivera viene nominato presidente del settore giovanile e scolastico, Arrigo Sacchi coordinatore tecnico delle nazionali giovanili, dalla under 16 alla under 21. Roberto Baggio, a sorpresa, torna col ruolo di presidente del Settore tecnico. In occasione della prima partita casalinga della Nazionale di Cesare Prandelli, a settembre contro le Far Oer, a Firenze, il quadretto in tribuna d'onore al Franchi è perfetto: Baggio, Rivera, Sacchi e Albertini (il presidente del Club Italia), tutti insieme. Il senso è evidente: il calcio italiano vuole dare un'immagine nuova di sé. Basta ai burocrati, spazio a volti riconoscibili, a tre veri miti, tre grandissimi. Il problema di Baggio però è l'inesperienza e la cattiva conoscenza delle regole federali, oltreché, probabilmente, la grande ambizione. Nel momento del suo insediamento l'ex Codino aveva proposto un ambizioso progetto finalizzato a promuovere la valorizzazione dei giovani talenti italiani. Nel progetto c'era anche l'idea di supervisionare ed analizzare ben 60.000 partite. Bene, ma che c'entra col suo ruolo tutto questo? Il settore giovanile e scolastico è «presidiato» da Rivera. Baggio dovrebbe interessarsi solo di promuovere la formazione dei giovani allenatori. Le difficoltà di attuazione del piano-Baggio sarebbero connesse anche ai costi necessari per rendere operativa l'iniziativa proposta, che si agirerebbero intorno ai sette milioni di euro. Una mancanza clamorosa di comunicazione tra Baggio e la Federazione che avrebbe messo l'ex campione nelle condizioni di non poter proseguire la sua avventura: le dimissioni, pur non confermate, sarebbero già al vaglio del presidente federale Abete. Un brutto modo di concludere un'avventura inziata con splendide intenzioni e proseguita molto male. Baggio non ha praticamente mai partecipato alla vita delle Federcalcio. Inoltre, si sussurra, contravvenendo all'idea primigenia del contratto a «zero euro» stipulato ad agosto, Baggio avrebbe chiesto alla Figc un milione di euro per un contratto d'immagine. Infine, anche l'inserimento di Vittorio Petrone nei quadri del settore tecnico federale aveva alienato a Baggio qualche simpatia in via Allegri. Ora siamo ai titoli di coda: per l'ennesima volta la storia di Roby con l'azzurro non avrà un lieto fine (L'Unità).
5 maggio 2011
Un passo indietro: l'ex campione Roberto Baggio, nominato da Abete presidente del settore tecnico, ha intenzione di rinunciare ad alcune cose che aveva chiesto nel suo programma, soprattutto all'ipotesi che fosse il suo settore tecnico a fare un monitoraggio (pare costoso) su tutti i giovani calciatori. Lo scouting compete invece al settore giovanile e al Club Italia, che lo stanno già facendo anche per i giovani azzurrini. Baggio quindi avrebbe capito quali sono le competenze del settore tecnico e avrebbe intenzione di concentrarsi di più su Coverciano, la Casa della Federazione, curando la formazione degli allenatori e dei maestri del calcio. Compito essenziale per poter crescere. La Figc ci tiene a non perdere uno come Baggio: a giugno sarà terminato lo studio di fattibilità e verrà presa una decisione. Sperando che Baggio-dopo aver chiarito compiti e regole- possa rimanere, e, soprattutto, sia un po' più presente. Visto che il settore tecnico, dall'agosto ad oggi, ha fatto ben poco. O forse, quello che è stato fatto, non è stato ancora pubblicizzato (La Repubblica).
16 ottobre 2012
Il caso, a volte, mostra di avere senso dell’umorismo. Lui che è sempre stato un numero uno, stavolta arriva per ultimo e si siede in ultima fila. Quando viene notato, però, sono tante le persone che si voltano e lo indicano con un cenno del capo. Nessuna sorpresa. Roberto Baggio è una fetta di storia del calcio che s’incarna all’improvviso nei saloni di Palazzo Marino, la sede del comune di Milano, per essere in qualche modo anche lui protagonista nella cerimonia di benvenuto che il sindaco Pisapia e la Figc ha organizzato per la delegazione danese guidata dal presidente federale Hansen.
Roberto Baggio non è più nel settore tecnico della federazione. "Lascio perchè non mi hanno permesso di lavorare", spiega l'ex fuoriclasse al Tg1, motivando l'addio alla Figc. Si chiude quindi con frasi dure, polemiche, l'esperienza cominciata nel 2010, dopo la deludente avventura della Nazionale ai Mondiali in Sudafrica.
24 gennaio 2013
L'idea fu di Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori, nel 2010, subito dopo il flop dei Mondiali del Sudafrica. Giancarlo Abete cercava nomi nuovi, possibilmente di prestigio, da inserire (gratuitamente, massimo rimborso spese) in settori-chiave della Figc. Ecco quindi, Gianni Rivera al settore giovanile e scolastico (ottimo lavoro in due anni), ecco Arrigo Sacchi al Club Italia con Demetrio Albertini (e l'ex ct ci ha messo entusiasmo, impegno, competenza). Ed ecco che Ulivieri suggerisce il nome di Robi Baggio per Coverciano: il settore tecnico, la scuola che deve formare non solo i nuovi allenatori ma i maestri del calcio, quantomai utili di questi tempi anche per le squadre giovanili. Abete accetta con entusiasmo e lo nomina il 2 agosto 2010: Baggio, 45 anni, un grande campione che ha smesso nel 2004 ma è ancora amatissimo dai tifosi. La persona giusta per rilanciare Coverciano, la Casa del calcio, ammiratissima anche all'estero. Ora Baggio si è dimesso. Con polemica. Il suo "matrimonio" con la Figc è stato sempre pieno di ostacoli, e incomprensioni. Subito un intoppo: Baggio pesta i piedi al Club Italia, diretto dall'altro ex campione Demetrio Albertini, e al settore giovanile. Sì, perché Robi suggerisce lo scouting, la ricerca di talenti, più che la preparazione e la formazione dei tecnici. Insomma, invade territori altrui. Poi propone un piano da 10 milioni di euro (poi ridotto a tre milioni per quattro anni) al consiglio federale, ma ci sono molti dubbi da parte di Tavecchio, Macalli e gli altri. Coverciano, insomma, non decolla mai ed ecco che Baggio al Tg1 ieri sera annuncia le sue dimissioni. "Lascio la Figc, non mi hanno fatto lavorare. Il mio progetto è stato ignorato". Parole forti, una critica diretta al Palazzo di Via Allegri, a Roma, dove l'hanno visto in questi due anni e mezzo ben poche volte. "Non mi sento utile, io privilegio il lavoro e non la poltrona. Meglio andar via". La replica di Abete è sin troppo garbata: "Sapevo che avrebbe lasciato. Non sentiva suo quel ruolo dirigenziale". E poi aggiunge: "Inoltre per gli impegni internazionali e perché non si sentiva gratificato, non ha mai potuto dedicare molto tempo alla sua attività". Il presidente federale poi ha precisato che ''il progetto elaborato con l'ausilio di consulenti esterni (Petrone e Bacconi, ndr) era stato discusso in Consiglio federale e modificato: in principio era finalizzato allo scouting di calciatori, ma quello spetta al Club Italia e ad Arrigo Sacchi. A Baggio spettava la formazione dei tecnici. Il Consiglio federale ha concordato le modifiche e stanziato i soldi, che ci sono e non sono un problema. Ma poi era il settore tecnico a dover dare seguito, con la Lega Dilettanti, per la nascita di centri federali in tutte le regioni. E invece si è fermato lì, non ha fatto il secondo passo. Evidentemente per una scelta di Baggio''. Sul ruolo del manager dell'ex, Vittorio Petrone, Abete ha spiegato: ''Abbiamo sempre parlato con Baggio e con Petrone, anche perché farlo con il primo senza il secondo non era possibile: ma era chiaro e naturale che lui avesse un rapporto di fiducia, preferenziale, con Petrone. Lo ha sempre seguito passo passo''. Per il futuro il presidente non chiude la porta a Baggio: ''Il nostro auspicio è che se non fa scelte diverse, ci possa ancora essere spazio per collaborazioni spot, su progetti mirati''. E Albertini gli ha scritto una lettera aperta: "Caro Robi, hai perso un'occasione. Se vuoi tornare le porte sono aperte, ma in prima persona...". Chiaro, no? Niente tutori.Ma chi l'ha visto Robi Baggio in questi anni? In effetti a Coverciano è andato molte volte ma soprattutto per fare il corso per allenatori. E alle elezioni di Giancarlo Abete (14 gennaio) era fra i pochi assenti. Dov'è Baggio si erano chiesti molti dirigenti federali? In Patagonia, a caccia di anatre. La sua passione (in Argentina ha terre e case). D'altronde a Roma l'avevano visto poco anche in consiglio federale, pare tre volte in 23 riunioni, dove ha (aveva) la possibilità di partecipare pur senza diritto di voto. "Inutile andare", la sua replica. Quando ha presentato il suo progetto ("15 minuti dopo 5 ore di anticamera e poi è rimasto lettera morta") ha preferito fare parlare soprattutto Petrone e Bacconi. Cosa che non era piaciuta in Figc, così come aveva sconcertato, e non solo in Figc, il fatto che Baggio a dicembre aveva nominato tecnici "ad honorem" tutti i componenti del consiglio del settore tecnico. Quindi Marotta (potrebbe andare in panchina come secondo di Conte), l'ex arbitro Trentalange (conosce bene le regole del calcio, certo, ma è meglio che non alleni...), il dottor Castellacci (che in panca ci va già come medico della Nazionale di Prandelli) ed ovviamente il suo manager Petrone che la Figc aveva accettato di fare entrare nel consiglio di Coverciano, facendo storcere la bocca a molti. Un favore a Baggio, insomma. Ripagato così... Robi ora farà l'allenatore, cominciando probabilmente da una grossa squadra. E Abete, d'intesa con Ulivieri (così prevedono le norme Figc) cercherà un altro presidente del settore tecnico. Scartate l'ipotesi Antognoni e Maldini. Sacchi sta bene dov'è, al Club Italia. Dino Zoff sarebbe un nome giusto, molto stimato in Figc anche da Antonello Valentini: ma avrà voglia di farlo? Avrà tempo? Non basta il nome. Rivera, Sacchi, Albertini insegnano. E Dino è una persona seria, se si impegna è per lasciare un segno (Fulvio Bianchi, Repubblica, Spy Calcio).
A rito concluso, l’ex Pallone d’Oro, accompagnato dal suo amico e manager Vittorio Petrone, non fa dribbling a nessuno, spendendo parole e sorrisi per tutti, da Abete a Galliani passando per un compagno di cento partite come Albertini. Ma Baggio non è solo un'icona calcistica da venerare. Dall’agosto del 2010, dopo il flop del Mondiale sudafricano, è stato infatti nominato presidente del Settore Tecnico della Federcalcio perché aiutasse quella ricostruzione di cui si sentiva fortemente bisogno. Ma il silenzio che è sceso intorno a lui ha fatto venire cattivi pensieri, che lo stesso Baggio spiega così. "A dicembre dello scorso anno abbiamo consegnato alla Figc il progetto su cui stavo lavorando, ovvero la formazione dei formatori. Alla luce della mia esperienza nel calcio, infatti, ho capito che la filiera che parte dal vertice e arriva alla cura dei giovani del nostro calcio, non poteva prescindere da un discorso sulla modernizzazione del settore tecnico. Ma sono passati dieci mesi e sono ancora in attesa di una risposta. E non nascondo di essere anche un po’ deluso".
Si capisce subito che solo la diplomazia gli impedisce di dire di più. "I fondi sono stati stanziati, ma finora è stata fatta solo un'iniziativa in Toscana, gratuita e riuscita molto bene, a cui hanno partecipato diversi club come Pisa e Pontedera. Poi più nulla. Veti politici? Non lo so, non voglio entrare in merito. Stavolta, però, i club non c’entrano nulla". Istruzioni per l’uso. La delusione di Baggio non coglierà di sorpresa la Figc, perché sembra che il presidente del settore abbia già mandato due lettere in via Allegri sull’argomento. E i sussurri federali raccontano come abbia ricevuto anche delle risposte abbastanza piccate, che forse fanno presagire baruffa per l’immediato futuro.
Baggio però non preme ulteriormente l’acceleratore, preferendo virare sulla Nazionale. "È una squadra che sta migliorando. Sta facendo esperimenti, ma può crescere in fretta. I talenti d’altronde non mancano. Le polemiche? Purtroppo quelle, insieme alle pressioni, ci saranno sempre, ma per cacciarle via il migliore modo è sempre lo stesso: fare risultati". Quando si arriva ai saluti, ci dà appuntamento a San Siro per il match serale spendendo anche una parola sul campionato. "Juventus e Napoli finora hanno dimostrato di avere qualcosa in più". Baggio sorride. Intanto uno degli uscieri di Palazzo Marino che gli porge il giaccone gli sussurra trepido: "La ringrazio per tutte le emozioni che mi ha regalato". Gli occhi del vecchio ragazzo per un attimo si illuminano. Le malinconie federali, forse, adesso pesano un po’ meno (Massimo Cecchini, La Gazzetta dello Sport).
18 ottobre 2012
Una lettera privata del presidente della Figc Abete a Roberto Baggio, presidente del settore tecnico di Coverciano, sarà la risposta della Federazione alle perplessità dell' ex fuoriclasse sul congelamento del progetto da lui presentato nel dicembre 2011 per la creazione sull' intero territorio italiano di nuovi centri federali per allenatori e per lo scouting dei giovani. La crisi latente con l' ex Pallone d' oro potrebbe dunque essere ricucita da Abete, che intende evitare lo strappo con uno degli uomini simbolo del calcio italiano, scelto assieme a Sacchi e Rivera per il rilancio del movimento, dopo l' infelice Mondiale sudafricano. Baggio, entrato in federazione nel dicembre 2010, presentò al consiglio federale del dicembre 2011 un corposo progetto di 890 pagine, dal titolo "Rinnovare il futuro", il cui cardine è appunto la creazione di nuovi centri federali per la formazione di maestri di calcio, sull' onda delle esperienze di Germania, Spagna, Francia e Inghilterra. La Figc ha stanziato 10 milioni di euro per la realizzazione del piano. «Io aspetto ancora una risposta, ma sono fiducioso: non sono un politico, ma un uomo di campo, pragmatico», ha detto Baggio, accusato di non avere partecipato agli ultimi consigli federali. La lettera di Abete è la prossima mossa (Enrico Currò, La Repubblica).
23 gennaio 2013
"Non ci tengo alle poltrone. Ho provato a esercitare il ruolo che mi era stato affidato, per rinnovare le fondamenta della formazione, dai bambini e i ragazzi, per crescere buoni calciatori. Non mi è stato consentito e non sono più disposto ad andare avanti. Ho presentato il mio progetto nel dicembre 2011, 900 pagine, ed è rimasto lettera morta", spiega Baggio.
Circa la scarsa assiduità alle riunioni del Consiglio federale che gli viene fatta notare: "Come presidente del settore tecnico non avevo diritto di voto e non aveva senso andare alle riunioni in cui si parlava di argomenti che non avevano alcun collegamento con il mio lavoro. Faccio un esempio, quando ho presentato il programma ho fatto cinque ore di anticamera per essere ricevuto poco più di 15' per presentare il progetto al quale avevano lavorato circa cinquanta persone".
Il tutto nonostante la Figc credesse nella scelta: "Aveva anche stanziato 10 milioni di euro, sono grato ad Abete per quello che ha fatto ma ad oggi non ho ricevuto alcun fondo per procedere e tutto è rimasto sulla carta. Per questo a malincuore dico addio. Definitivo? Amo il calcio e il mio Paese, resto a disposizione per qualsiasi iniziativa" (La Repubblica).
Roberto Baggio non è più il presidente del settore tecnico della Figc. Lo ha annunciato lo stesso giocatore, in un'intervista al Tg1, lamentando di non esser stato messo nelle condizioni di lavorare. Baggio ricopriva l'incarico dal 4 agosto 2010.
Baggio, al Tg1, ha spiegato: "Ho provato a esercitare il ruolo che mi era stato affidato, non mi è stato consentito e non sono più disposto ad andare avanti. Ho lavorato per rinnovare la formazione dalle fondamenta, creare buoni calciatori e buone persone. Ho presentato il mio progetto (contenuto nel libro Rinnovare il futuro, ndr) nel dicembre 2011, 900 pagine, ed è rimasto lettera morta. Non amo occupare le poltrone, ma fare le cose, quindi a malincuore ho deciso di lasciare". A chi fa notare che non ha partecipato in maniera assidua alle riunioni del Consiglio federale, replica: "Come presidente del settore tecnico non avevo diritto di voto e non aveva senso andare alle riunioni in cui si parlava di argomenti che non avevano alcun collegamento con il mio lavoro. Faccio un esempio, quando ho presentato il programma ho fatto cinque ore di anticamera per essere ricevuto poco più di 15' per presentare il progetto al quale avevano lavorato circa cinquanta persone". E' un addio definitvo? "Amo il calcio e il mio Paese - conclude - Sono disponibile per qualunque iniziativa per il bene dello sport" (La Gazzetta dello Sport).
24 gennaio 2013
"Caro Roberto, sei stato tu a perdere un'occasione''. E' questa la sintesi della lettera aperta scritta oggi dal presidente del Club Italia, Demetrio Albertini, a Roberto Baggio, che ieri ha annunciato le sue dimissioni dalla guida del Settore tecnico della Federcalcio. ''Partendo dal presupposto che nel calcio italiano ci sia molto da fare - scrive Albertini - ritengo che con la tua scelta hai perso l'occasione di far parte del cambiamento che, chi come noi ha vissuto il campo, può dare dall'interno del sistema, sulla base della nostra personale esperienza'', è la replica dell'ex centrocampista del Milan.
Pur rispettando la decisione di Baggio, nel suo messaggio Albertini sottolinea la necessità di fare sistema all'interno del Consiglio federale. ''L'organo rappresentativo di tutte le componenti del calcio italiano, nel quale, con o senza voto, tutti abbiamo il dovere di garantire la nostra presenza" - scrive l'ex milanista -, "alimentare un dibattito creativo, rappresentare le nostre idee e trovare una posizione organica e condivisa per arrivare a quelle decisioni necessarie ad incidere sul futuro''.
Il presidente del Club Italia ricorda, poi, a Baggio che si vince solo con ''il mix tra il contributo delle figure più esperte e l'entusiasmo tipico dei giovani'', dovendo inoltre garantire nel tempo quella ''costanza necessaria per sostenere il cambiamento in cui crediamo''.
Sperando in un ritorno di Baggio, ma ''in prima persona'' all'interno della Figc, ''secondo le modalità e i tempi che ti saranno più opportuni'', Albertini conclude con un sincero ''In bocca al lupo per tutto quello che vorrai fare ed essere'' (Repubblica: la lettera di Albertini è ripresa, senza ulteriori dettagli, anche dagli altri giornali)
24 gennaio 2013
Roberto Baggio lascia la Federcalcio dopo quasi due anni e mezzo alla guida del settore tecnico. Le dimissioni ufficializzate ieri aprono le domande sul futuro dell'ex fantasista: tra i rumors, anche la possibilità di affiancare Pep Guardiola - suo amico dai tempi del Brescia - sulla panchina del Bayern Monaco. Un'ipotesi suggestiva presa in considerazione anche dai bookmaker esteri, in particolare dalla sigla anglo-svedese Unibet, che offre questa possibilità a 5 volte la posta. Baggio è secondo dietro Raul (al momento avanti a 1,75) e davanti a Luis Enrique (10,00) (Agipro News)24 gennaio 2013
"Caro Roberto, sei stato tu a perdere un'occasione''. E' questa la sintesi della lettera aperta scritta oggi dal presidente del Club Italia, Demetrio Albertini, a Roberto Baggio, che ieri ha annunciato le sue dimissioni dalla guida del Settore tecnico della Federcalcio. ''Partendo dal presupposto che nel calcio italiano ci sia molto da fare - scrive Albertini - ritengo che con la tua scelta hai perso l'occasione di far parte del cambiamento che, chi come noi ha vissuto il campo, può dare dall'interno del sistema, sulla base della nostra personale esperienza'', è la replica dell'ex centrocampista del Milan.
Pur rispettando la decisione di Baggio, nel suo messaggio Albertini sottolinea la necessità di fare sistema all'interno del Consiglio federale. ''L'organo rappresentativo di tutte le componenti del calcio italiano, nel quale, con o senza voto, tutti abbiamo il dovere di garantire la nostra presenza" - scrive l'ex milanista -, "alimentare un dibattito creativo, rappresentare le nostre idee e trovare una posizione organica e condivisa per arrivare a quelle decisioni necessarie ad incidere sul futuro''.
Il presidente del Club Italia ricorda, poi, a Baggio che si vince solo con ''il mix tra il contributo delle figure più esperte e l'entusiasmo tipico dei giovani'', dovendo inoltre garantire nel tempo quella ''costanza necessaria per sostenere il cambiamento in cui crediamo''.
Sperando in un ritorno di Baggio, ma ''in prima persona'' all'interno della Figc, ''secondo le modalità e i tempi che ti saranno più opportuni'', Albertini conclude con un sincero ''In bocca al lupo per tutto quello che vorrai fare ed essere'' (Repubblica: la lettera di Albertini è ripresa, senza ulteriori dettagli, anche dagli altri giornali)
24 gennaio 2013
24 gennaio 2013
L'idea fu di Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori, nel 2010, subito dopo il flop dei Mondiali del Sudafrica. Giancarlo Abete cercava nomi nuovi, possibilmente di prestigio, da inserire (gratuitamente, massimo rimborso spese) in settori-chiave della Figc. Ecco quindi, Gianni Rivera al settore giovanile e scolastico (ottimo lavoro in due anni), ecco Arrigo Sacchi al Club Italia con Demetrio Albertini (e l'ex ct ci ha messo entusiasmo, impegno, competenza). Ed ecco che Ulivieri suggerisce il nome di Robi Baggio per Coverciano: il settore tecnico, la scuola che deve formare non solo i nuovi allenatori ma i maestri del calcio, quantomai utili di questi tempi anche per le squadre giovanili. Abete accetta con entusiasmo e lo nomina il 2 agosto 2010: Baggio, 45 anni, un grande campione che ha smesso nel 2004 ma è ancora amatissimo dai tifosi. La persona giusta per rilanciare Coverciano, la Casa del calcio, ammiratissima anche all'estero. Ora Baggio si è dimesso. Con polemica. Il suo "matrimonio" con la Figc è stato sempre pieno di ostacoli, e incomprensioni. Subito un intoppo: Baggio pesta i piedi al Club Italia, diretto dall'altro ex campione Demetrio Albertini, e al settore giovanile. Sì, perché Robi suggerisce lo scouting, la ricerca di talenti, più che la preparazione e la formazione dei tecnici. Insomma, invade territori altrui. Poi propone un piano da 10 milioni di euro (poi ridotto a tre milioni per quattro anni) al consiglio federale, ma ci sono molti dubbi da parte di Tavecchio, Macalli e gli altri. Coverciano, insomma, non decolla mai ed ecco che Baggio al Tg1 ieri sera annuncia le sue dimissioni. "Lascio la Figc, non mi hanno fatto lavorare. Il mio progetto è stato ignorato". Parole forti, una critica diretta al Palazzo di Via Allegri, a Roma, dove l'hanno visto in questi due anni e mezzo ben poche volte. "Non mi sento utile, io privilegio il lavoro e non la poltrona. Meglio andar via". La replica di Abete è sin troppo garbata: "Sapevo che avrebbe lasciato. Non sentiva suo quel ruolo dirigenziale". E poi aggiunge: "Inoltre per gli impegni internazionali e perché non si sentiva gratificato, non ha mai potuto dedicare molto tempo alla sua attività". Il presidente federale poi ha precisato che ''il progetto elaborato con l'ausilio di consulenti esterni (Petrone e Bacconi, ndr) era stato discusso in Consiglio federale e modificato: in principio era finalizzato allo scouting di calciatori, ma quello spetta al Club Italia e ad Arrigo Sacchi. A Baggio spettava la formazione dei tecnici. Il Consiglio federale ha concordato le modifiche e stanziato i soldi, che ci sono e non sono un problema. Ma poi era il settore tecnico a dover dare seguito, con la Lega Dilettanti, per la nascita di centri federali in tutte le regioni. E invece si è fermato lì, non ha fatto il secondo passo. Evidentemente per una scelta di Baggio''. Sul ruolo del manager dell'ex, Vittorio Petrone, Abete ha spiegato: ''Abbiamo sempre parlato con Baggio e con Petrone, anche perché farlo con il primo senza il secondo non era possibile: ma era chiaro e naturale che lui avesse un rapporto di fiducia, preferenziale, con Petrone. Lo ha sempre seguito passo passo''. Per il futuro il presidente non chiude la porta a Baggio: ''Il nostro auspicio è che se non fa scelte diverse, ci possa ancora essere spazio per collaborazioni spot, su progetti mirati''. E Albertini gli ha scritto una lettera aperta: "Caro Robi, hai perso un'occasione. Se vuoi tornare le porte sono aperte, ma in prima persona...". Chiaro, no? Niente tutori.Ma chi l'ha visto Robi Baggio in questi anni? In effetti a Coverciano è andato molte volte ma soprattutto per fare il corso per allenatori. E alle elezioni di Giancarlo Abete (14 gennaio) era fra i pochi assenti. Dov'è Baggio si erano chiesti molti dirigenti federali? In Patagonia, a caccia di anatre. La sua passione (in Argentina ha terre e case). D'altronde a Roma l'avevano visto poco anche in consiglio federale, pare tre volte in 23 riunioni, dove ha (aveva) la possibilità di partecipare pur senza diritto di voto. "Inutile andare", la sua replica. Quando ha presentato il suo progetto ("15 minuti dopo 5 ore di anticamera e poi è rimasto lettera morta") ha preferito fare parlare soprattutto Petrone e Bacconi. Cosa che non era piaciuta in Figc, così come aveva sconcertato, e non solo in Figc, il fatto che Baggio a dicembre aveva nominato tecnici "ad honorem" tutti i componenti del consiglio del settore tecnico. Quindi Marotta (potrebbe andare in panchina come secondo di Conte), l'ex arbitro Trentalange (conosce bene le regole del calcio, certo, ma è meglio che non alleni...), il dottor Castellacci (che in panca ci va già come medico della Nazionale di Prandelli) ed ovviamente il suo manager Petrone che la Figc aveva accettato di fare entrare nel consiglio di Coverciano, facendo storcere la bocca a molti. Un favore a Baggio, insomma. Ripagato così... Robi ora farà l'allenatore, cominciando probabilmente da una grossa squadra. E Abete, d'intesa con Ulivieri (così prevedono le norme Figc) cercherà un altro presidente del settore tecnico. Scartate l'ipotesi Antognoni e Maldini. Sacchi sta bene dov'è, al Club Italia. Dino Zoff sarebbe un nome giusto, molto stimato in Figc anche da Antonello Valentini: ma avrà voglia di farlo? Avrà tempo? Non basta il nome. Rivera, Sacchi, Albertini insegnano. E Dino è una persona seria, se si impegna è per lasciare un segno (Fulvio Bianchi, Repubblica, Spy Calcio).
25 gennaio 2013
Non mi è piaciuto l’addio di Roberto Baggio al calcio federale. Ha detto di aver avuto un ruolo in cui non poteva fare niente. Sarebbe stato solo vittima mentre in realtà aveva il massimo ruolo di controllo e progettazione tecnica nel calcio del paese. Ha prodotto in compenso un progetto di novecento pagine che lo ha assorbito completamente fino a non fargli svolgere nemmeno i compiti di rappresentanza. Leggo che chi ha visto il suo progetto lo ha giudicato follemente costoso, dieci milioni, e fuori dai compiti di un settore tecnico.Era chiaro da un pezzo che Baggio era fermo sull’Isola che non c’è. La sua assenza dalla parte attiva della gestione era ormai rumorosa. Nei due anni in cui è rimasto in carica viene da dire sia riuscito solo a prendere per sè il diploma di allenatore di prima categoria, mettendosi lui presidente nei corsi degli allievi tecnici, diventando cioè uno di loro in modo molto improprio. Chi lo ha esaminato era in pratica un suo dipendente. Bastava aspettasse un anno e dopo le dimissioni tutto sarebbe stato regolare. Così non è stato.
Auguro a Baggio le migliori fortune nel campo tecnico, se le merita. Ma non so se ce la farà. Non è abituato a una responsabilità controllata, a lottare per un fine, a essere disponibile all’impopolarità per raggiungere l’obiettivo. Questo è il vero limite dei grandi campioni. Restano sull’Olimpo, fuori non sanno affrontare il freddo. Tre partite perse da allenatore e tutta la gloria da calciatore ritorna in discussione. Questo è vivere al momento. Questo è il rischio del fuoriclasse che Baggio non ha voluto correre nemmeno da dirigente. Buona fortuna altrove. Ma questa è stata una pessima figura (Mario Sconcerti, Il Corriere della Sera, 'Lo sconcerto quotidiano').
25 gennaio 2013
«Sicuramente tanta amarezza perché le premesse erano altre e c’era davvero la possibilità di innovare il calcio italiano dalla base». Non nasconde la delusione il pisano Adriano Bacconi, tattico dell’Italia mundial di Lippi e per un anno braccio destro di Roberto Baggio in Federcalcio, dopo le dimissioni del «Divin Codino» dalla presidenza del settore tecnico. Unita, però, alla convinzione che «quel grandissimo lavoro di studio, analisi e approfondimento non andrà perduto dato che la Pisa Soccer School, il centro di studi e formazione sportiva e calcistica per operatori e allenatori di base, che abbiamo fondato all’ombra della Torre s’ispira completamente a quella metodologia di lavoro e, a questo punto, è destinato diventare un progetto pilota unico in Italia grazie anche alla collaborazione con lo stesso Baggio».
Le prossime mosse saranno finalizzate a dotare la struttura di una struttura stabile in cui svolgere attività: «Il sogno – spiega Bacconi – è San Rossore e per questo abbiamo una discussione in corso con il Parco per capire quali delle nostre attività possono essere svolte sul territorio della tenuta». Per tutte le altre, invece, ci sarebbero gli impianti sportivi di San Giuliano Terme, una vera e propria cittadella dello sport dotata anche di piscina e campi da tennis: «Ne stiamo parlando con la Limonta, che ha preso in gestione l’impianto, ma penso che trovare un accordo non dovrebbe essere impossibile». Nel frattempo la Soccer School fa scuola: ieri, infatti, si è conclusa la tre giorni di formazione rivolta ai tecnici e giovani calciatori della Juventina Palermo, condotta dal pisano Andrea Dolcimascolo, allievo del primo corso organizzato dal centro fondato da Bacconi e dai suoi collaboratori (La Nazione).
* * *
Dallo Statuto della Federazione Italiana Giuoco Calcio
Art. 14
Settore tecnico
2. Al Settore tecnico è preposto un Presidente, nominato dal Consiglio federale per un quadriennio, sulla base di un programma per obiettivi, su proposta del Presidente federale e d’intesa con il Presidente dell’associazione rappresentativa dei tecnici. Il Presidente del Settore tecnico è responsabile di fronte al Consiglio federale del funzionamento del Settore e del perseguimento degli obiettivi programmatici determinati all’atto della nomina e sottoposti a verifica biennale. A tale scadenza, il Consiglio può eventualmente provvedere alla nomina di un nuovo Presidente.
3. Il Consiglio direttivo del Settore tecnico è nominato dal Presidente Federale per un quadriennio ed è composto da un rappresentante designato da ciascuna Lega, uno designato da ciascuna Componente Tecnica, uno designato dall’AIA, uno designato dal Settore per l’attività giovanile e scolastica, uno in rappresentanza dei direttori sportivi, uno in rappresentanza dei preparatori atletici, uno in rappresentanza dei medici sportivi, nonché dal Commissario tecnico della nazionale e da due esperti indicati dal Presidente federale, d’intesa con il Presidente del Settore tecnico, sentito il Presidente dell’associazione rappresentativa dei tecnici.
4. Il Settore tecnico è la struttura tecnica federale con competenza nei rapporti internazionali nelle materie attinenti la definizione delle regole di giuoco e le tecniche di formazione di atleti e tecnici. Il Settore tecnico svolge attività di ricerca, formazione e specializzazione in tutti gli aspetti del giuoco del calcio e dei fenomeni sociali, culturali, scientifici ed economici ad esso connessi.