All'insegna della violenza

L'ultima coppa del mondo

25 luglio 1966


Dopo alcuni giorni di sciopero, il quotidiano torinese torna in edicola. Si sono appena disputati i quarti di finale; Pozzo è andato a Sheffield, per Germania - Uruguay. Ugualmente, commenta il turno (è il pezzo che riproduciamo per primo), criticando fra le righe il comportamento degli organizzatori. Ma sottolineando l'uscita dalla coppa - per attitudini non ortodosse - di tutte le sudamericane.


Sheffield, lunedì mattina. 

Così, dopo una lotta sempre più dura e accanita — una lotta che ha varcato spesso anche i limiti della correttezza — le quattro squadre che sono giunte alla fase delle semifinali sono quelle dell'Inghilterra, del Portogallo, della Germania Ovest e dell'Unione Sovietica. 
Eliminate sono tutte le squadre non europee: le due sudamericane e la unica asiatica. Una grossa sorpresa è stata la resa dell'Ungheria. La lotta è stata dura su tutta la linea, anche dove il risultato non lo lascerebbe supporre. Le quattro reti segnate dalla Germania dell'Ovest sull'Uruguay non sono state il frutto di una superiorità schiacciante, ma innanzi tutto la conseguenza del fatto che la squadra tedesca ha lottato per quasi intero il secondo tempo della partita con undici uomini contro nove soli, in quanto ai sudamericani sono stati espulsi Troche e Silva. 
L'incontro dall'esito più clamoroso è stato quello che ha visto ben otto reti segnate nei novanta minuti, quello del Portogallo che ha eseguito una rimonta che rimarrà epica nella storia del calcio internazionale. Il Portogallo stesso, dopo essere stato in svantaggio per tre reti a zero a opera della Corea, con un recupero prodigioso ha finito per vincere per 5 a 3. 
E l'Ungheria è stata compromessa presto da un errore del suo portiere, quando già aveva dovuto sostituire parecchi giocatori, chiamandone da Budapest anche uno dei ventidue che aveva lasciato a casa a disposizione nell'attesa. E l'Inghilterra, che anche questa volta ha giocato male, non ha riportato il successo che per una striminzita rete, che è stata segnata nel secondo tempo, a tredici minuti dalla fine, quando gli argentini erano stati ridotti a dieci uomini soli, anche qui per una espulsione, quella del centromediano Rattin. Le espulsioni, come si vede, hanno preso tutte quante di mira i sudamericani, che non amando le marcature strette cercano di liberarsi delle medesime anche ricorrendo alla violenza o a gesti irritanti. 
L' eliminazione dell' Uruguay dal torneo ha messo senz'altro fine alla serie delle squadre che, avendo precedentemente vinto due volte il campionato del mondo, avrebbero potuto questa volta entrare definitivamente in possesso della Coppa Rimet. Sotto la forma di una possibilità per l'avvenire, il fatto rappresenta anche una piccola consolazione per l'Italia. Mal comune mezzo gaudio. 
Il fatto che maggiormente ha impressionato in questi quarti di finale è stato determinato dalla forza di recupero sfoderata dall'undici del Portogallo. Eusebio, il suo centravanti, ha da solo colmato con quattro reti — di cui due su rigore — il distacco in cui era incorsa la sua squadra all'inizio della partita. Il centravanti del Benflca, che già aveva segnato altre tre volte precedentemente nel torneo, è diventato ora il cannoniere capo di tutta la manifestazione. La mezz'ala inglese Greaves — che ieri è stata tenuta a riposo per una ferita — non ha ancora segnato nemmeno una volta. 
A proposito del Portogallo e dei suoi quattro uomini del Mozambico — Eusebio, Coluna, Hilario e Vicente, due attaccanti o quasi, e due difensori — che tutti temono e nessuno vorrebbe incontrare, toccherà proprio ora all'Inghilterra di contrastarne la marcia nella seconda semifinale, quella di Wembley. 
Torna opportuno a questo proposito di ricordare qui i commenti che negli ambienti ufficiali ma non britannici, si fanno sulle decisioni del comitato organizzatore che, allo scopo di assecondare la marcia della squadra dell'Inghilterra, ha capovolto l'ordine delle due semifinali. Il presidente della federazione brasiliana dello sport, De Havelange, ha dichiarato che l'Inghilterra viene favorita in tutti i modi possibili. Una prova del fatto è stata data appunto proprio ora. Il regolamento stabiliva che la vincitrice del primo quarto di finale si incontrasse con la vincitrice del terzo, lunedì a Liverpool. Invece, il comitato ha preso d'urgenza il provvedimento di far giocare prima a Liverpool la Germania dell'Ovest contro l'Unione Sovietica, rimandando l'Inghilterra a giocare a Wembley contro il Portogallo il giorno dopo martedì. Così gli inglesi godranno di un giorno in più di riposo prima di affrontare la difficilissima semifinale, e potranno ancora per la quinta volta consecutiva giocare sul loro terreno, quello di Wembley.

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Sheffield, lunedì mattina.
La partita alla quale abbiamo assistito a Sheffield sabato scorso è stata bella e brutta nello stesso tempo. Si trattava di uno dei quattro incontri dei quarti di finale del torneo, ed esso ha assunto prevalentemente il carattere di un combattimento. Ha vinto la Germania dell'Ovest, qualificandosi per le semifinali del torneo. Il risultato di quattro reti a zero enfatizza la superiorità dell'undici tedesco, perché nel secondo tempo della partita due dei giocatori dell'Uruguay sono stati espulsi dal campo. L'arbitro inglese Finney è stato inesorabile in ambo i casi. La prima espulsione è avvenuta pochi minuti dopo l'inizio del secondo tempo, ed essa ha colpito il terzino uruguayano Troche, che aveva sferrato un pugno all'ala sinistra germanica Emmerich. Il secondo espulso è stato il centroavanti Silva, il quale, mentre la palla era lontana parecchio, aveva proditoriamente aggredito Haller. L'arbitro non aveva notato il secondo fallo, ma, interpellato il guardalinee che aveva visto tutto, non aveva esitato un istante a prendere il provvedimento punitivo. 
Evidentemente erano le istruzioni impartite dal comitato organizzatore che facevano sentire il loro effetto. Perché già precedentemente, cioè fin dal primo tempo, si era saputo che a Wembley era stato espulso Rattin, il centromediano dell'Argentina. E prima ancora, Stiles, il mediano laterale dell'Inghilterra, era stato minacciato di severi provvedimenti. 
L'Uruguay, che aveva cominciato la partita in un modo più che promettente, addirittura sfolgorante, ha dimostrato col suo comportamento che aveva perso completamente la testa. Come squadra, i sudamericani si portavano bene, e fruivano anche di una certa superiorità. Era di fronte al gioco positivo e bene inquadrato dei tedeschi, che il sistema nervoso degli uomini di Montevideo crollava in modo tanto palese quanto insulso. Falli su falli, entrate violente su entrate violente. E così la ragione rimaneva a chi conservava maggiormente la calma. 
I primi dieci minuti di gioco erano stati favorevoli ai sudamericani, che avevano sferrato con Cortes e con Rocha due o tre tiri da lontano pericolosissimi. Particolarmente sul primo dì essi il portiere germanico aveva compiuto una parata che aveva assolutamente del miracoloso. Poi, proprio al termine di questo periodo iniziale, la Germania era andata in vantaggio. Azione di Haller, tiro di Held, leggera deviazione di un terzino e palla bassa che finiva in un angolo della rete dei sudamericani. Poco dopo era il portiere' dell'Uruguay che doveva prodursi in una grande parata su tiro di Beckenbauer. A metà tempo, 1 a 0 per la Germania.
La ripresa era incominciata da poco, quando avveniva la prima espulsione, quella del terzino Troche. E allora le cose precipitavano per l'Uruguay. Veniva espulso anche l'attaccante Silva, e una scenata avveniva sulla linea del gioco con l'intervento della polizia inglese. Segnava Beckenbauer, su passaggio di Seeler. Poi realizzava ancora Seeler stesso alla mezz'ora, e chiudeva la serie Haller con un'azione isolata e individuale, dopo che Hemmerich aveva rischiato di segnare anche lui. Ridotti a nove uomini soli, gli uruguayani continuavano a combattere strenuamente fino al termine, rischiando più di una volta di diminuire le distanze. I nervi sono la causa principale del crollo dei sudamericani, che in quanto a gioco puro non sono stati affatto inferiori ai loro avversari. Sugli scudi per questi ultimi i due giovani e nuovi elementi, Held e Beckenbauer.

"Stampa Sera", 25-26 luglio 1966, p. 8