Gente che piange e gente che ride

Le cronache di Monsù
L'ultima coppa del mondo

15 luglio 1966

Il primo giro di partite si è chiuso, e Monsù Poss fa il suo punto della situazione. Il morale (alto) dei tedeschi; le mogli dei giocatori svizzeri; la (cattiva) sorpresa capitata agli spagnoli e il malcontento nell'ambiente italiano.
Le incertezze della Francia e - soprattutto - dell'Inghilterra ...


Liverpool, 14 luglio.
L'esame della situazione generale che può essere fatta dopo due giorni di gare è interessante sia per i risultati che sono scaturiti da certe partite, come per l'andamento del gioco prodotto in certune di esse. Chi esce meglio di tutti dalla situazione stessa, come essa si presenta al momento attuale, è la Germania dell'Ovest. A seguito della vittoria per ben cinque reti a zero riportata sopra la Svizzera, le sue quotazioni nel torneo sono salite vertiginosamente. I tedeschi, i quali ora staranno a riposo fino a sabato, quando poi incontreranno l'Argentina, sono molto alti in fatto di morale. Il commissario tecnico della squadra, invece, pur dichiarandosi contento del modo in cui sono andate le cose, ha chiamato a rapporto i propri giocatori e li ha aspramente rimproverati perché nell'ultima mezz'ora di gioco contro gli elvetici essi si sono abbandonati ad un gioco di tipo individuale e puramente coreografico. «Non voglio che nessuno dei miei giocatori si monti la testa», ha dichiarato a voce alta il commissario tecnico Schoen, l'erede dell'ex commissario Herberger. 
All'estremo opposto, si trova la Svizzera. Com'è noto, poco prima della gara contro la Germania, il commissario tecnico elvetico, l'italiano Alfredo Foni, aveva escluso dalla squadra due giocatori, rei di essere rientrati al quartier generale della compagine con un notevole ritardo la sera prima della partita. Il fatto ha avuto ripercussioni specialissime. La circostanza è stata risaputa immediatamente e commentata, in Svizzera, ed allora le mogli del giocatori hanno preso il primo aereo che hanno trovato e sono piombate a Birmingham, per aggiustare i conti coi rispettivi mariti. 
Gente che piange e gente che ride, dopo questo inizio del torneo. E gente che se ne sta preoccupata, in silenzio, nell'attesa dei prossimi incontri per riprendersi o per ricadere a seconda dei casi. A rimanere amaramente sorpresa è stata per prima la Spagna. La quale, per quanto rinforzata dai tre elementi fatti venire appositamente dall'Italia — Suarez, Del Sol e Peiró — si è fatta battere per due reti a una dall'Argentina a Birmingham. Le due reti sono state segnata da Artime e gli iberici non sanno darsi pace della sorpresa e dello scorno subito. Dobbiamo dire che noi stessi siamo sorpresi, dopo di aver visto giocare ultimamente l'Argentina contro gli azzurri. 
Della Corea del Nord, pochi parlano. Gli asiatici hanno subito tre reti ad opera dei sovietici, ma la cosa non ha impressionato gran che e la loro sconfitta era prevista. Domani gli asiatici stessi si incontreranno col Cile, e nessuno si attende grandi cose da essi. Meraviglia ha destato piuttosto il crollo dell'Ungheria. I portoghesi hanno costretto i magiari alla resa, in una gara nella quale si è infortunato il famoso Eusebio. Gli ungheresi dovranno venerdì prossimo, cioè domani, affrontare nientemeno che il Brasile. I brasiliani, che sono venuti in Inghilterra accompagnati da una quantità impressionante di giornalisti e di sostenitori, senza essere in euforia attendono fiduciosi l'esito dei prossimi incontri con l'Ungheria e con il Portogallo. 
Malcontenti viceversa, non del risultato — che pure ha la forma di un 2-0 — ma del giuoco prodotto, sono i nostri azzurri. I quali, almeno ufficialmente ed apertamente, non sanno dare spiegazioni dell'improvviso decadimento tecnico nel quale sono caduti. Se non era per l'assoluta mancanza di tiro in rete dei cileni, la squadra nostra avrebbe subito un aperto insuccesso proprio alla prima delle gare del torneo. Il loro avvenire nel torneo stesso dipenderà tutto dalla gara di sabato che si giocherà a Sunderland, gara che trattandosi di un sabato pomeriggio, che in Inghilterra è sempre festivo, avrà inizio alle ore 15 (16 Italiane). 
Parecchie sono le squadre la situazione delle quali è rimasta molto ma molto incerta. La Francia, per esempio, non si aspettava affatto di venire costretta al pareggio da parte dei messicani ed anche noi esprimiamo la nostra meraviglia per il risultato di 1-1 ottenuto dall'incontro. Avevamo visto i messicani stessi alla prova nell'ultima gara disputata contro i rappresentanti del nostri colori, e condividevamo apertamente l'opinione della maggioranza dei sostenitori del gioco qui convenuti, per classificare il Messico proprio agli ultimi posti. Ma fra coloro che sono rimasti nell'incertezza vanno calcolati in primo luogo gli inglesi. 
Il fatto che essi, dopo una così lunga e minuziosa preparazione non siano arrivati a battere l'undici dell'Uruguay ha impressionato un po' tutti quanti. Gli inglesi sanno rimanere calmi nelle situazioni più disastrose, ed ufficialmente non è trapelato nulla di interventi dall'alto sul commissario tecnico della squadra. L'unica cosa che si è saputa è che il commissario tecnico stesso, Ramsey, continua ad assicurare che l'Inghilterra vincerà la Coppa Rimet. Un po' presto, ripetiamo, per fare considerazioni che abbiano un valore definitivo e quindi ci riserviamo di ritornare in argomento non appena le partite degli ottavi di finale saranno ultimate, il che non avverrà che martedì prossimo 19 corrente dopo che anche l'Italia avrà incontrato la Corea del Nord.

"La Stampa", 15 luglio 1966, p. 9