L'ultima coppa del mondo
14 luglio 1966
Uno sciopero dei poligrafici impedì al quotidiano torinese di andare in edicola il 13 luglio, giorno dell'esordio azzurro alla Coppa del mondo. Sicché, per Italia-Cile, ci rimane di Pozzo solo il resoconto critico. Un po' svogliato, come la partita dei nostri ...
Sunderland, 13 luglio.
Il primo tempo degli italiani è stato soddisfacente nel suo complesso solamente per quanto riguarda il risultato bruto. L'inizio degli azzurri era stato di ottima qualità; lo slancio e la velocità degli italiani nei minuti iniziali della partita avevano letteralmente sconvolto e travolto i cileni. Dopo nove minuti di gioco i nostri già si trovavano in vantaggio. Aveva segnato Mazzola, riprendendo su centro di Barison una parata difettosa del portiere sud-americano.
Ma immediatamente dopo aver subito questo svantaggio i nostri avversari si lanciavano al contrattacco. Come per riguadagnare il terreno perduto, si proiettavano tutti in avanti, non lasciando indietro che un paio di difensori. Dominavano a metà campo, anche perché gli azzurri qui non c'erano e non marcavano assolutamente nessuno. L'offensiva dei cileni è proseguita con intensità sempre maggiore, non interrotta che da sporadici contrattacchi degli italiani, i quali, per vero dire, giocavano schiettamente male. Fortuna per noi che gli avversari mancavano nel modo più assoluto di capacità di concludere: davanti alla rete sciupavano ogni occasione.
I numerosi spettatori italiani, venuti per sostenere ed applaudire, anche rumorosamente, i giocatori azzurri, delusi, tacciono e finiscono con il fischiare apertamente qualcuno dei nostri, come per esempio Barison e Rivera.
Durante l'intervallo i commenti sono nettamente sfavorevoli ai nostri rappresentanti, diremmo quasi catastrofici. Tutte le speranze si rivolgono all'attesa che gli italiani, mortificati dallo smacco subito nel primo tempo, tornino in campo rinvigoriti moralmente e tecnicamente. Macché! Il secondo tempo è peggiore del primo. Ad un certo momento, dopo che Bulgarelli ha dovuto lasciare per un paio di minuti il campo essendosi ferito, uno dei cileni viene portato fuori in barella: rientrerà ancora, ma dovrà uscire nuovamente e finirà con l'abbandonare decisamente il campo. Ma nemmeno in undici contro dieci i nostri riescono a riprendere quota.
A salvare la situazione sopraggiunge, proprio al termine della partita, cioè verso il 43° minuto, una rete di Barison. Questi, ben servito con un traversone dalla parte destra del campo, cioè da Perani, spara fortemente in senso trasversale, e la palla, battendo nettamente il portiere cileno, penetra in rete verso la sinistra dell'estremo difensore. Così si arriva al risultato di 2 a 0. Un risultato che per obiettività si dovrebbe definire non corrispondente affatto all'andamento del gioco fra le due squadre.
Francamente non si riesce a comprendere per quale motivo la nostra squadra abbia giocato in questo modo. Forse sulle capacità di questa rappresentativa si erano nutrite speranze troppo elevate e ambiziose. E' un fatto però che essa non ha minimamente soddisfatto. Qualche giocatore è stato addirittura deficiente; verità vuole si dica che le principali lacune nel gioco nostro sono da attribuire ad elementi come Rivera, Barison ed a tratti anche Mazzola e Facchetti. La squadra era lenta, perdeva tutti i duelli con gli avversari a metà campo. Prima della partita si diceva che l'emozione travolgesse i giocatori prima ancora che scendessero in campo; il loro comportamento in gara è stato però tale da suscitare comunque la più viva meraviglia.
Di infortuni seri forse non vi sarà da registrare che quello subito da Bulgarelli. Per gli altri, non si può certo attribuire ad incidenti di gioco la cattiva prova fornita.
"La Stampa", 14 luglio, p. 9
La partita in Cineteca