Verso la battaglia di Sheffield

L'ultima coppa del mondo

22 luglio 1966


Fuori corsa "un lotto impressionante di compagini", tra cui Italia e Brasile, incombono i quarti di finale. Pozzo si sbilancia e azzarda pronostici. Ma ne offre solo tre: sull'Inghilterra preferisce non pronunciarsi. Sembrerebbe, tuttavia, che nutri una certa simpatia per la Germania ...


Birmingham, 21 luglio.

Dopo le partite disputate mercoledì scorso le squadre che rimangono a combattere per il campionato del mondo da sedici che erano si sono ridotte ad otto. Eliminati sono: il Brasile, la Spagna, la Svizzera, la Bulgaria, la Francia, il Messico, il Cile e l'Italia. Un lotto imponente di compagini, come si vede. 
Ora i quarti di finale vedono l'Inghilterra affrontare l'Argentina a Wembley, la Germania dell'Ovest incontrare l'Uruguay a Sheffield, il Portogallo vedersela con la Corea del Nord a Liverpool, e la Russia misurare i ferri con l'Ungheria a Sunderland. Quattro incontri dei quali i più interessanti dovrebbero essere il secondo e il primo nell'ordine, perché la Corea del Nord, pur progredendo tecnicamente ad ogni incontro che disputa, non dovrebbe turbare notevolmente le condizioni di superiorità del Portogallo, e l'Ungheria dovrebbe essere in grado di battere senz'altro l'Unione Sovietica. 
Sono le due squadre sudamericane che possono portare un attacco pericoloso alquanto alla Germania dell'Ovest e all'Inghilterra. Si tratterà, a Sheffield ed a Wembley, del confronto fra due stili diversi, due maniere differenti di giocare. Gli argentini e gli uruguaiani, da quei tipici sudamericani che sono, possiedono un controllo e un comando della palla che gli europei proprio non hanno. Ne fanno, della palla, assolutamente quello che vogliono, da fermi o in corsa, correndo o saltando. Certe loro prodezze possono venir considerate come gesti da giocolieri o come tocchi da artista, come si vuole; ma qualcuno di essi riesce a scombussolare nettamente l'avversario. Ne ha fatto l'esperienza l'Inghilterra stessa nella prima partita che ha disputato nel torneo, quella contro l'Uruguay. Ora l'Inghilterra stessa avrà a che fare contro altri sudamericani, gli argentini. Ciò sempre a Wembley, sede generale del gioco inglese. 
Ma noi pensiamo che la battaglia più importante sia quella che si combatterà a Sheffield. Eravamo qui a Birmingham mercoledì e abbiamo assistito ad un incontro di una bellezza rara fra la Germania dell'Ovest e la Spagna. 
Il commissario tecnico spagnolo, come in un gesto di irritazione per il gioco privo di efficienza che aveva svolto la sua squadra fino a quel momento, aveva tolto di squadra, quasi violentemente, tutti e tre gli «italiani» che aveva richiamato in patria, cioè Suarez, Del Sol e Peiró. Aveva lasciato a riposo anche il famoso velocista Gento, l'ala sinistra. E, come in risposta, la Germania aveva tenuto lontano dall'incontro l'altro elemento immigrato in Italia, Haller del Bologna. Quest'ultimo è venuto a sedersi proprio dietro di noi in tribuna, durante la partita. A rappresentare indirettamente il calcio italiano era rimasto puramente il milanista Schnellinger. 
Le due squadre, così modificate, si sono data una battaglia epica. Gli spagnoli hanno sfoderato la loro antica «furia», quella che noi tanto bene conosciamo, con una velocità di azioni, uno spirito d'improvvisazione e un senso pratico del gioco di profondità che ha entusiasmato il numeroso pubblico. Erano presenti più di cinquantacinquemila spettatori. C'era, in quell'undici spagnolo composto per metà da cosiddette riserve, quella combattività, quell'agonismo che erano stati dolorosamente assenti dall'opera degli italiani nelle tre partite che essi hanno disputato nell'Inghilterra del Nord. Ed i germanici sono stati tenuti a bada per lungo tempo, anzi sono andati in svantaggio ad un certo punto del primo tempo per un pallonetto della mezz'ala sinistra spagnola, un vero tocco da artista. 
Poi, il pareggio è venuto verso il termine del primo tempo stesso, su di una legnata semplicemente formidabile dell'ala sinistra Emmerich, il capo cannoniere della Germania che era stato escluso fino a quel momento dalla squadra per essere fuori forma. La vittoria venne ad arridere ai tedeschi proprio negli ultimi minuti della partita su di una deviazione da pochi passi di Seeler, il giocatore di Amburgo che tante società italiane avevano mesi addietro corteggiato. Quella della Germania è sempre una gran bella squadra. Germania-Uruguay a Sheffield è per noi la partita più interessante delle quattro di sabato prossimo. 
La questione della conquista definitiva della Coppa Rimet pare ora definitivamente rinviata ad altra occasione. Tre squadre avendo vinto due volte il torneo erano in lizza per questa conquista: il Brasile, l'Italia e l'Uruguay. Due - il Brasile e l'Italia - si sono fatte eliminare. Rimangono gli uruguaiani. E questi dovrebbero uscire sconfitti dalla prova che li attende contro la Germania dell'Ovest. Si tratta di una piccola consolazione per gli azzurri della prossima generazione, che potranno così ancora sperare di completare l'opera che questa volta è fallita.

"La Stampa", 22 luglio 1966, p. 9